“Arriva il professore di educazione motoria anche alla primaria”. Così aveva annunciato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi il 13 aprile scorso. Con lui a festeggiare la novità anche la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali: “La continua sinergia con il ministro Bianchi ha prodotto un risultato storico”. Il tutto condito da ringraziamenti al premier Mario Draghi. A cinque mesi dalla firma di quel decreto e a ormai pochi giorni dall’inizio delle lezioni, di professori di ginnastica alle elementari non si vede neanche l’ombra. Chi insegna lo sa, ma a lanciare l’allarme in queste ore è il segretario nazionale della Uil Scuola Giuseppe D’Aprile: “Mancano gli insegnanti e mancano gli strumenti”. E ad oggi non ci sono direttive ministeriali chiare su come organizzare queste due ore all’interno del tempo scuola.

La prima questione è proprio quella dei docenti: ne servono 2.200, secondo i calcoli della Uil. In attesa del concorso, previsto dalla bozza di un decreto che non ha però ancora visto la luce, questi posti saranno assegnati a supplenze per coloro che sono nelle graduatorie provinciali per le classi di concorso A-48 (Scienze motorie e sportive negli istituti d’istruzione secondaria di II grado) e A-49 (Scienze motorie e sportive nella scuola secondaria di I grado). Insegnanti che devono averne fatto espressa richiesta all’interno della procedura online. Tradotto: “Docenti di primo e secondo grado che insegnano alla primaria con nessuna conoscenza e competenza metodologica e didattica del segmento della scuola primaria e senza che ci sia stato in tal senso una revisione dell’insegnamento di educazione motoria nella scuola primaria che ci si sarebbe aspettato proprio in previsione di un concorso”, spiega D’Aprile al fatto.it.

Altra questione. Questi professori avranno supplenze per soli spezzoni orari e su più sedi, senza poter completare l’orario con insegnamento del primo e secondo grado perché vietato dall’ordinanza ministeriale 112 del 6 maggio 2022. Ma non è finita. Il loro stipendio sarà equiparato a quello della primaria. “È un’operazione pensata ad invarianza d’organico e quindi di spesa”, spiega il segretario. “Questo determinerà una riduzione dei posti comuni e di sostegno e, soprattutto nei primi anni di applicazione, una riduzione del numero di classi complessivamente autorizzabili sui territori. È ora di decidere oggi cosa fare della scuola di domani mettendo a punto un piano complessivo, un progetto serio per l’intero sistema di istruzione nazionale, non finalizzato alla sola campagna elettorale, per far funzionare le scuole del Paese nel miglior modo possibile“.

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