Migliaia di ucraini deportati a forza dall’Ucraina. E’ la pesante accusa lanciata dagli Stati Uniti alla Russia di Vladimir Putin. “Nostre informazioni di intelligence ci dicono che Mosca usa campi di filtrazione nell’est dell’Ucraina e nell’ovest della Russia per trasportare con la forza ucraini nel Paese”, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa. Con il proprio ambasciatore alle Nazioni Unite gli Stati Uniti chiederanno lo stop “immediato” e “l’accesso di osservatori umanitari” nei campi usati dalla Russia in Ucraina e nel suo territorio, ha aggiunto Jean-Pierre.

Un’accusa che provoca l’immediato commento del capo degli affari politici dell’Onu, Rosemary DiCarlo, al Consiglio di Sicurezza. “Le persistenti accuse di sfollamenti forzati, deportazione e i cosiddetti ‘campi di filtrazione’ gestiti dalla Russia e forze locali affiliate sono estremamente inquietanti. Tali segnalazioni devono essere esaminate con la collaborazione del autorità competenti”. Ilze Brands Kehris, segretario generale aggiunto dell’Onu per i diritti umani, ha fatto sapere che “il nostro Ufficio ha documentato a numero significativo di casi di civili ucraini sfollati in Russia, inclusi una decina di casi in cui membri delle forze armate russe e gruppi armati affiliati hanno ordinato ai civili di Mariupol di lasciare le loro case o rifugi e li hanno portati nel territorio ucraino sotto il loro controllo, o in Russia”. “Ci sono state accuse credibili di trasferimenti forzati di bambini non accompagnati verso i territori occupati, o in Russia – ha aggiunto – Siamo preoccupati che le autorità di Mosca abbiano adottato una procedura semplificata per concedere la cittadinanza ai bambini senza cure parentali, e che questi abbiano diritto all’adozione da parte di famiglie russe”.
Inoltre, ha sottolineato che il suo ufficio ha “verificato che le forze armate di Mosca e i gruppi armati affiliati sottopongono i civili alla cosiddetta ‘filtrazione‘, un sistema di controlli di sicurezza e di raccolta di dati personali. Siamo preoccupati che tali controlli e le detenzioni che ne possono seguire, avvengano al di fuori di ogni quadro giuridico”. La pratica è risultata, secondo i rapporti credibili ricevuti da Ohchr “in numerose violazioni dei diritti umani, compresi i diritti alla libertà, alla sicurezza della persona e privacy, e le persone sono state sottoposte anche a perquisizioni corporali”.

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