L’Unione europea è pronta a sospendere l’accordo sul rilascio dei visti di viaggio con la Russia. Lo scrive il Financial Times in vista del vertice dei ministri degli Esteri dei 27 Stati membri, in calendario per il 31 agosto, nel quale era in programma proprio una discussione, tra le altre cose, sulle possibili misure da adottare nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina. Secondo il quotidiano finanziario britannico, la decisione ha l’obiettivo di frenare il numero di permessi di viaggio rilasciati dopo che alcuni Stati dell’est, come Polonia e Repubblica Ceca, hanno minacciato di chiudere unilateralmente i loro confini ai turisti russi.

Proprio per evitare azioni unilaterali da parte delle cancellerie, come successo nei mesi più bui della pandemia di coronavirus, queste hanno chiesto a Bruxelles di mettere in campo un’azione collettiva per impedire ai cittadini russi di recarsi in Ue con visti turistici. Come primo passo, i ministri intendono fornire sostegno politico alla sospensione dell’accordo di facilitazione dei visti Ue-Russia, hanno dichiarato tre funzionari coinvolti nei colloqui: “Non è appropriato che i turisti russi camminino nelle nostre città, nei nostri porti turistici – hanno detto – Dobbiamo inviare un segnale alla popolazione russa che questa guerra non va bene, non è accettabile”.

Già pochi giorni dopo l’entrata dei carri armati di Vladimir Putin in territorio ucraino, a fine febbraio, parti dell’accordo con Mosca, datato 2007, riguardanti la libera circolazione di funzionari governativi e uomini d’affari sono state sospese. Questo ulteriore step preannunciato dal Ft eliminerebbe definitivamente il trattamento preferenziale per i russi quando richiedono tutti i visti dell’Ue, rendendoli più costosi e aumentando notevolmente i tempi di attesa. “Siamo in una situazione eccezionale che richiede passaggi eccezionali. Vogliamo andare oltre la sospensione dell’agevolazione del visto”, spiegano le fonti aggiungendo che entro la fine dell’anno potrebbero essere introdotti cambiamenti più profondi.

Su quest’ultima parte, però, manca l’unanimità a causa dell’opposizione di alcuni Paesi. Come ad esempio la Germania, ma anche lo stesso Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell, ha chiesto provvedimenti “più selettivi” ma non totali. Più propensi a un blocco definitivo, invece, molti dei Paesi che condividono un pezzo di confine con la Federazione, come Finlandia, Polonia e Paesi baltici.

Una decisione, quella dei ministri dell’Ue, che dovrà essere presa con particolare attenzione. Il blocco dei viaggi dalla Russia non limiterà soltanto il numero di cittadini della Federazione in arrivo, ma rischierebbe di mettere in ginocchio diversi comparti economici del Vecchio Continente. Uno su tutti: il turismo.

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