“Fra cinque minuti io controllo il conto e se non c’ho i soldi stasera Gianluca e tua figlia lo sai dove cazzo sono?“. Sono le parole che Alberto Scagni ha detto al telefono al padre poche ore prima di ammazzare la sorella Alice a coltellate a Genova lo scorso 1 maggio. L’audio della telefonata è stato pubblicato dalla madre della 34enne uccisa, Antonella Zarri, sulla pagina ‘Giustizia per due figli rubati, Alice e Alberto’. Dalla telefonata emerge l’enorme aggressività di Alberto Scagni che si rivolge al padre insultandolo più volte. “I soldi per mangiare uomo di merda, io sono un uomo a differenza di 7 miliardi di persone che stanno sulla terra e respirano l’aria che respiro io e mi fa schifo pensare che respiro la stessa aria perché non si dovrebbero permettere” dice al telefono alternando le parole con diverse imprecazioni.

“Non meritavamo che nessuno volesse ascoltare e dare aiuto al grido di rabbiosa disperazione di questa telefonata – scrive la madre Antonella Zarri denunciando la negligenza dalle autorità – che nessuno si è fatto carico di ascoltare il primo maggio. Eppure l’abbiamo implorato al 112. Fate ascoltare il nostro grido, o vi vergognate?”. In un altro lungo post (datato 22 agosto) è sempre Zarri a raccontare come si è arrivati ai fatti di sangue di quell’1 maggio ricostruendo i fatti e gli orari di quel giorno e di quelli precedenti. “Mai tragedia fu più annunciata – scrive la donna – 10 giorni (almeno) di pesanti indizi di una follia che stava raggiungendo l’apice dell’aggressività in mio figlio. E nonostante tutti gli indizi siano stati segnalati alle Forze dell’Ordine c’è stato totale inerzia, mancanza di supporto e indicazione degli atti preventivi che necessitavano per fermare Alberto”

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