Stanze a 400 euro, a mezz’ora di bici dalla città e trovate solo dopo mesi e mesi di ricerca. Commissioni di agenzie e affitti alle stelle per case da condividere con gruppi di 4 o 5 persone. E poi appartamenti vecchi e fatiscenti, con pochi (nel migliore dei casi) interventi di manutenzione. Lo raccontano gli studenti dell’Università di Bologna, l’ateneo più antico al mondo scelto del 2021 da oltre 90mila giovani. Le loro testimonianze confermano ciò che dicono anche i numeri. Secondo un recente rapporto di Immobiliare.it Insights la vita per gli studenti fuorisede (e le loro famiglie) è sempre più difficile: un posto letto costa in media l’11% in più rispetto al 2021. Il primato negativo spetta a Milano, dove una camera singola arriva a sfondare per la prima volta la soglia dei 600 euro. Ma anche a Bologna non va meglio. Chi arriva da fuori città per frequentare l’Alma mater sborsa in media 447 euro per una singola. “Vivo in una casa fatiscente: le imposte cadono a pezzi, così come i mobili, abbiamo la muffa nei bagni e vivendoci in sei persone dobbiamo fare i turni per mangiare” racconta una studentessa intervistata. Nel caro vita rientrano anche le bollette schizzate ormai alle stelle e la precarietà lavorativa che non consente agli studenti una vita dignitosa: “Le misure di welfare studentesco messe in campo dall’Università non bastano per tutti gli studenti, che qui a Bologna vivono sotto la soglia della povertà” spiega Federico del Cua, collettivo universitario che da tempo denuncia le difficoltà che sono costretti a vivere molti iscritti all’ateneo.

L’Università di Bologna però si smarca dalle accuse e rivendica il suo impegno in questo campo. “Attualmente – dice il delegato per gli studenti, Federico Condello – circa la metà dei nostri studenti è in esonero totale o parziale, e dal prossimo anno partirà una manovra di Buono affitti che speriamo possa aiutare ad arginare questo fenomeno in parallelo alle misure messe in campo dall’amministrazione comunale sul canone concordato. Il problema dell’accessibilità allo studio è un tema che ci è molto caro e l’Università di Bologna sta mettendo in campo tutto il suo impegno, perché sappiamo che Bologna è una delle città più care d’Italia. Chiaramente la responsabilità del caro vita non è attribuibile all’Università di Bologna, ma al tessuto economico della città. Il nostro appello è semplice e forte: ricordatevi quanto bene fanno gli studenti a questa Città”

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