“Siamo sicuri che non ripeterai l’errore fatto da Renzi“. L’ipotesi che il Partito democratico ricandidi per la seconda volta Pierferdinando Casini nel seggio di Bologna ha fatto venire la pelle d’oca alla base emiliana. Un déjà-vu che rimanda a cinque anni fa, quando il Pd renziano fece digerire il nome del senatore. Ma una seconda volta, fanno sapere i militanti, sarebbe inaccettabile. Senza contare che, quella di Casini, sarebbe una corsa per l’undicesima legislatura di seguito. Ecco che allora il circolo Gramsci ha diffuso una lettera aperta al segretario Enrico Letta perché si fermi finché è ancora possibile. Il testo è stato postato sulla pagina Facebook del leader dem e poi ricondiviso sulle pagine dei vari militanti (e del circolo).

“Caro Segretario”, si legge, “sappiamo che questi giorni sono per te molto difficili e non vogliamo sovraccaricarti di ulteriori problemi. Circola però insistente la notizia sulla stampa di una possibile ricandidatura del Senatore Casini nel collegio senatoriale di Bologna e non possiamo fare a meno di nascondere il disappunto sull’uscita di notizie che dovrebbero essere riservate e la nostra totale contrarietà ad una ipotesi di questo genere”. Quindi continuano ricordando che, cinque anni fa, l’elezione di Casini non fu certo indolore per i militanti e avvenne con un risultato ben al di sotto delle aspettative sul territorio: “Siamo sicuri che non ripeterai l’errore fatto da Renzi quando nel 2018 lo candidò a Bologna per fiaccare il Pd locale a suo avviso troppo schierato su posizioni di sinistra ed il cui risultato fu si l’elezione del Senatore Casini, ma con percentuale di gran lunga più bassa di quelle riscontrate nei collegi della Camera corrispondenti, contribuendo nel suo piccolo al peggiore risultato elettorale di sempre”. Infine, ricordano i militanti del circolo Gramsci, se Letta decidesse di andare avanti comunque, non sarebbe senza perdite: “In questi 4 anni e mezzo il senatore Casini ha aderito ad un Gruppo Parlamentare diverso dal Partito Democratico ed ha preso, in particolare sui diritti civili, posizioni diametralmente opposte a quelle proposte dal Pd. Siamo sicuri che saprai gestire con la saggezza che ti contraddistingue anche questa partita”.

Come ricostruito da Repubblica Bologna, non ci sono solo i militanti preoccupati per la candidatura di Casini. Anche il sindaco Matteo Lepore si sta muovendo per scongiurare un’ipotesi che renderebbe molto complicato fare campagna elettorale sul territorio. Un po’ come in Piemonte, dove il partito locale è in rivolta contro il ritorno (per il sesto mandato) di Piero Fassino.

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