Dopo essere stato uno dei principali protagonisti dello scudetto 2020/2021, all’inizio dell’estate Romelu Lukaku è tornato all’Inter. Lo scorso anno a sorpresa aveva lasciato i nerazzurri per approdare al Chelsea, dove non ha mai trovato feeling con l’allenatore Thomas Tuchel. Ora il belga è pronto per la seconda avventura milanese. In un’intervista a Dazn ha toccato tanti temi, dalla corsa allo scudetto al paragone tra Antonio Conte e Simone Inzaghi.

“A me non importa la classifica marcatori, penso solo allo Scudetto: siamo all’Inter, non si gioca per premi individuali. La stagione al Chelsea mi ha dato una motivazione in più per fare ancora meglio di prima. In un anno tutti hanno dimenticato cosa sono capace di fare in campo, è una sorta di rabbia che ho dentro di me. Tutti insieme speriamo di fare meglio dell’anno scorso e di portare qualcosa a casa”. Lukaku ha spiegato perché ha sbagliato a lasciare l’Inter. “Volevo una rivincita al Chelsea. Era la mia squadra da 11 anni, ho avuto l’opportunità di andare e di essere protagonista ma non è stato così. A marzo quando ho saputo che c’era l’opportunità di tornare qui, non ho detto nulla ma siamo riusciti a farmi ritornare, con la società abbiamo fatto un ottimo lavoro. Al Chelsea è stato difficile e non avevo dubbi, volevo tornare”.

Una volta appreso che sarebbe tornato in nerazzurro il belga ha cercato di integrarsi. “L’Inter gioca diversamente rispetto a quando c’ero io. L’importante è inserirmi bene, capire il modulo dell’allenatore, ho avuto tanti contatti con i giocatori, per me è come se fossi al secondo anno e non me ne sia mai andato. I giocatori hanno più voglia di vincere, ogni partitella è vita o morte e questo mi piace. Questa squadra è ancora più unita di prima”. Un pensiero Lukaku lo ha dedicato anche al compagno di reparto e amico Lautaro Martinez. “Entrambi ci siamo detti che dobbiamo fare meglio di prima. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi di squadra, dobbiamo tutti fare meglio perché le altre squadre sono diventate più forti. Ho visto subito che le sue qualità possono aiutare me e le mie qualità possono aiutare lui. Non siamo attaccanti egoisti, io so quando è il giorno di Lautaro e non il mio così lo aiuto e vinciamo. Abbiamo voglia di vincere anche le partitelle, siamo sempre in squadre opposte ma sappiamo che anche insieme possiamo fare la differenza per la squadra in allenamento”.

Una menzione speciale l’attaccante l’ha voluta dedicare al suo ex allenatore Conte. “Quando ho conosciuto il mister arrivavo da due anni difficili al Manchester United mentalmente. Fisicamente ho sofferto perché non c’ero con la testa, devo ringraziare Conte perché mi ha reso un giocatore forte, mentalmente mi ha fatto davvero crescere, a non mollare mai e a dare il massimo. Questo rimarrà con me fino alla fine”. E Inzaghi? “Anche lui è così, anche per questo sono tornato. Mio fratello mi ha parlato bene di lui, l’anno scorso ho visto come ha lavorato e mi piace”. Infine, ha parlato del suo incontro con i nerazzurri. “Era destino giocare per l’Inter, come per l’Anderlecht e per il Chelsea. Era quello che mi immaginavo, l’Inter, l’Anderlecht e l’Everton mi hanno dato l’opportunità di diventare il giocatore che sono. L’amore della gente e dei tifosi, per me e per la mia famiglia, li ringrazio e chiedo ancora scusa per come sono andato via ma devo parlare in campo”.

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