Un 21enne somalo, Mustafe Hamed Abdi, è stato travolto e ucciso da un’autocisterna con carico di carburante, nella zona degli Archi ad Ancona. Secondo una prima ricostruzione, verso le 11, il giovane, richiedente asilo, era fermo di fianco alla fermata dell’autobus in via Marconi quando sarebbe stato agganciato e trascinato per alcuni metri da un’autocisterna in transito. Il conducente non si è accorto di quanto accaduto e ha sentito solo un forte rumore. Al momento è in stato di shock. Sul posto la Polizia municipale e il 118 ma il ragazzo è deceduto per le gravi ferite riportate in particolare ad una gamba. Nel frattempo la via è stata chiusa in direzione centro storico.

Il giovane “camminava a testa bassa, ciondolante, da una stradina laterale a destra dopo la fermata del bus con uno zainetto in spalla”. Lo ha riferito all’Ansa lo stesso conducente, un 54enne di Montemarciano (Ancona). L’autista ha sentito “un forte rumore” e ha pensato che il giovane avesse tirato lo zaino o qualcos’altro sulla fiancata, poi si è accorto che invece era stato investito e ha fermato il mezzo una decina di metri dopo. La Polizia Locale sta eseguendo tutti i rilievi del caso e sta acquisendo testimonianze per verificare la dinamica dell’incidente: per capire se il ragazzo fosse fermo vicino alla fermata del bus, come racconterebbe un ragazzino lì presente, stesse per attraversare o si fosse mosso verso la strada e venendo poi travolto. L’impatto con l’autocisterna, secondo i primi rilievi sul mezzo (che non è stato sequestrato), non è infatti avvenuto nella parte frontale ma sulla fiancata destra tra la ruota e il ‘martinetto’ trovato dai vigili con una levetta spostata. La vittima si chiamava Abdi Hamed Mustafe e avrebbe compiuto 23 anni (non 21 come appreso in un primo momento) il prossimo 11 ottobre: era ad Ancona da circa tre mesi dopo essere arrivato dalla zona di Ascoli Piceno. È stato identificato da documenti che aveva nello zainetto trovato sul marciapiede poco lontano dal corpo. Della morte del giovane è stato dato avviso all’Ambasciata somala e anche famiglia in Somalia. Il 23enne non aveva fissa dimora e dormiva nella zona del porto: era stato convocato lo scorso primo agosto dalla Commissione territoriale di Ancona nell’ambito dell’iter per riconoscimento della protezione internazionale in seguito a una richiesta di ‘protezione internazionale’. La polizia locale ha anche sottoposto il camionista agli accertamenti di prassi. Il mezzo era diretto al porto per rifornire di carburante un distributore. La Municipale (sul posto il vice comandante Luca Martelli) sta facendo verifiche per ricostruire la dinamica dell’impatto.

Nel proprio Paese viveva facendo pulizie negli alberghi ma è scappato da una vita di stenti: “In Somalia non c’è lavoro, non ci sono medici, lì morirei di fame” aveva detto alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, da cui era stato sentito il primo agosto scorso. Era senza documenti: “Mi è stato rubato tutto, anche il permesso di soggiorno”. Ad Ancona dormiva in ‘alloggi’ di fortuna in varie zone della città, è rimasto schiacciato dalle ruote nella parte laterale del mezzo pesante (all’altezza del martinetto la cui leva era spostata) ed è morto sul colpo. In tasca aveva una tessera per mangiare alla mensa del povero. Aveva lasciato il suo Paese nel 2017 per approdare in Libia e poi in Italia da oltre due anni. Il pm Rosario Lioniello ha chiesto prelievi di sangue sulla salma: vuole accertare se sia stato un fatto accidentale o un suicidio, se la vittima fosse sotto effetto di droghe o alcol. I vigili hanno fatto foto e video dell’autocisterna (non sequestrata). La città di Ancona, per voce della sindaca Mancinelli, ha espresso “dolore profondo per la giovane vittima”. L’ambasciata somala e i familiari in patria sono stati informati del decesso.

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