Il 10 giugno del 2020 si era presentata in Procura per depositare centinaia di denunce. Fece lo stesso un mese dopo. Nei faldoni, le testimonianze di chi, in provincia di Bergamo, aveva perso i parenti a causa del Covid. In entrambe le circostanze, Consuelo Locati indossava una mascherina con la scritta in bella mostra: “Noi denunceremo”. Un anno dopo, davanti al Tribunale civile di Roma, indossava una Fffp2 blu con la parola “sereni”, preceduta da un hashtag. Dalla tutela del diritto alla salute di chi è morto a causa della dissennata gestione della pandemia (si prenda, su tutte, la mancata istituzione della zona rossa in Valle Seriana), alla candidatura per il progetto politico di chi, negli ultimi due anni, si è battuto contro le restrizioni, contro il certificato verde e contro i vaccini: Italexit di Gianluigi Paragone. Locati sarà capolista del collegio di Bergamo alla Camera (ammesso che Italexit riesca a presentarsi).

Dottoressa Locati, non c’è una contraddizione?

Io non vedo niente.

Lei, da avvocata, difende i familiari di persone decedute perché, tra le altre cose, non erano state adottate misure di tutela della salute pubblica. Ora, invece, si candida per chi non voleva, e non vuole, restrizioni.

Lei si riferisce a cose successe in due anni diversi. Io mi occupo di quello che è accaduto nel 2020, le polemiche che riguardano Italexit partono dal 2021 e non mi riguardano.

Ma il comportamento, nella sostanza, non è lo stesso? Peraltro Paragone scendeva in piazza contro le restrizioni già nel 2020…

No, sono cose totalmente diverse. Nel 2020 c’è stata una strage.

Anche nel 2021, a ben vedere. Quindi, secondo lei, le restrizioni andavano bene allo scoppio della pandemia ma non dopo? Non le sembra di usare due pesi e due misure?

I presupposti sono totalmente diversi. L’istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo si doveva basare su leggi che già esistevano e che sono state violate. Tutto ciò che è stato fatto nel 2021 è frutto di dpcm su cui non prendo posizione.

Quindi non vede contraddizioni?

Non ho detto questo. Io mi occupo delle mie battaglie, che sono circoscritte e precise, e di questo mi voglio occupare.

È contraria ai vaccini?

Sono questioni di salute personale. Bisogna chiedere ai medici. Non le dirò la mia posizione personale.

Perché vuole fare politica?

Per portare avanti tre punti, per me imprescindibili. Cioè, la proposta di transazione per i familiari delle vittime in causa col ministero della Salute e la Regione Lombardia, una proposta di legge per gli indennizzi di tutti i familiari delle vittime e l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione della pandemia in Italia.

E Italexit?

Gianluigi Paragone è stato l’unico politico che ha accettato di mettere nel suo programma elettorale le mie richieste. Lo conosco da più di un anno. Mi ha cercata lui.

È stato l’unico a proporle una candidatura?

No, mi sono arrivate proposte da tante forze politiche. Ma la verità è che in questi anni ci hanno ignorati. E Paragone è stato l’unico a sottoscrivere le nostre tre proposte.

Conferma di avere avuto un passato vicino alla sinistra?

Non l’ho mai negato, ma a sinistra non hanno mai accolto le nostre battaglie. E ora vedo politici e giornali che strumentalizzano le nostre posizioni. Hanno paura di noi.

Per questo ha sposato il progetto di Paragone?

Non ho sposato nessun progetto, sposo solo le mie tesi. Non voglio entrare nel merito delle posizioni di Italexit.

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Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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