Senza alcuna divisione di parte, il Friuli Venezia Giulia si schiera a fianco dei lavoratori dell’azienda Wärtsilä, dopo la chiusura annunciata dalla proprietà finlandese. Lo ha ribadito un incontro che si è tenuto nella sede della Regione, intanto tutte le forze politiche hanno dato la loro adesione alla manifestazione proclamata per giovedì pomeriggio in piazza Unità a Trieste dalle segreterie provinciali Cgil, Cisl e Uil. In gioco ci sono i 451 posti di lavoro dei dipendenti della società che produce motori diesel e qualche altro centinaio di lavoratori dell’indotto. Nel frattempo il sindaco di San Dorligo della Valle, dove ha sede lo stabilimento, sta valutando l’opportunità di vietare l’accesso di camion e tir nel piazzale antistante l’ingresso, ufficialmente per ragioni di sicurezza, in realtà per impedire che cominci lo smantellamento degli impianti.

I rappresentanti dei lavoratori hanno incontrato il governatore Massimiliano Fedriga, assieme agli assessori Alessia Rosolen (Lavoro) e Sergio Emidio Bini (Attività produttive), alle rappresentanze sindacali nazionali, territoriali e la Rsu. Alla fine è stato diramato un comunicato: “L’Amministrazione regionale – congiuntamente al ministero dello Sviluppo economico, agli Enti locali, ai sindacati e alle associazioni datoriali – porta avanti con fermezza un percorso finalizzato al ritiro, da parte di Wärtsilä, della procedura di cessazione dell’attività produttiva dello stabilimento di San Dorligo della Valle”.

Stupore e amarezza sono le valutazioni espresse dall’istituzione regionale “a fronte dell’atteggiamento dell’azienda, che in ogni sede e a ogni tavolo ha sempre dichiarato la volontà non solo di continuare la produzione, ma di voler ulteriormente sviluppare l’attività dello stabilimento triestino”. Governatore e assessore hanno poi sottolineato che Wärtsilä in questi anni ha beneficiato di notevoli finanziamenti regionali e nazionali. Quindi “la multinazionale finlandese non può permettersi di intraprendere dall’oggi al domani questo tipo di scelte, lasciando nell’incertezza centinaia di lavoratori del nostro territorio”.

Alla manifestazione di giovedì 21 luglio hanno dato la propria adesione istituzioni e partiti. Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza: “Andrò al presidio e spero tutta la città. Sono vicinissimo ai lavoratori e ricordo che ci sono i 450 di Wärtsilä e anche gli altri 600 dell’indotto. È una situazione drammatica e siamo tutti compatti. A marzo la società aveva firmato un verbale con la Regione prendendo ben altri impegni e ora chiude un simbolo della storia della città come la ex Grandi motori. L’azienda si è comportata malissimo”. Caterina Conti, segretaria del Pd: “Siamo presenti nel presidio davanti allo stabilimento, continueremo a lottare con i lavoratori, in piazza e nelle sedi istituzionali. Tutti i triestini sentono come propria questa battaglia per l’industria triestina”.

Pierpaolo Roberti, assessore regionale e segretario della Lega triestina: “Simpatizzanti e consiglieri saranno in piazza, non ci saranno gli esponenti della giunta, per non alzare il clima di tensione con l’azienda. Chi ha ruoli di governo continuerà a lavorare affinché il trasferimento e i conseguenti esuberi vengano scongiurati e l’azienda proceda al ritiro della procedura”. Adesioni anche da Fratelli d’Italia. Il Movimento Cinque Stelle: “È una decisione inaccettabile che, senza alcun tipo di confronto con territorio e sindacati, mette a repentaglio almeno 450 posti di lavoro, peraltro altamente qualificati”.

Intanto il sindaco di San Dorligo della Valle, Sandy Klun, sta studiando un’ordinanza per vietare l’accesso di camion, così da impedire che i macchinari vengano trasferiti. “L’ordinanza va verificata con la Prefettura – ha dichiarato al quotidiano Il Piccolo – ma la mia volontà politica c’è tutta. Serve a garantire la sicurezza delle persone che stazioneranno all’esterno dello stabilimento giorno e notte. Ci saranno famiglie, bambini. Non sappiamo se ci saranno momenti di tensione e non deve succedere nulla. Stiamo pensando di chiudere la parte del piazzale dove transitano i mezzi, non la strada”.

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