Non è come la storia dell’olio di Lorenzo, quando due genitori realizzarono una miscela in grado di dare sollievo al figlio affetto da una rara distrofia, ma un po’ la ricorda. In questo caso a spingere Steffanie Strathdee, epidemiologa e dirigente del dipartimento di scienze mediche globali dell’Università della California a San Diego, a cercare una soluzione è stato l’amore verso il marito Tom Patterson, psichiatra, in gravissime condizioni perché attaccato da batterio resistente agli antibiotici contratto durante una vacanza sul Nilo. L’Iraqbacter è stato così soprannominato perché ci sono stati negli anni scorsi moltissimi casi tra i militari Usa di stanza in Iraq, in realtà il suo nome scientifico è Acinetobacter baumannii e non c’è farmaco che lo contrasti.

La donna e scienziata, come raccontato dalla Cnn nei giorni dopo che lei ha partecipato alla Conferenza Life Itself, si è messa a studiare cercando di capire se un modo per salvare la vita del marito ormai moribondo si potesse trovare. È l’inizio del 2016 e la donna, dopo aver chiesto al compagno il suo assenso, ha individuato uno studio fatto a Tbilisi (Georgia) da un sull’uso dei fagi in medicina. I fagi sono virus che infettano esclusivamente i batteri e sfruttano il loro apparato biosintetico per effettuare la replicazione virale, di fatto distruggendoli.

L’epidemiologa, dopo aver appreso che il trattamento era molto usato ma che in Occidente era considerato un metodo “marginale” e senza letteratura scientifica che ne dimostrasse l’efficacia, ha contattato tutti i ricercatori che si occupano di fagi. A una delle mail ha risposto un biochimico, Ryland Young, docente all’Università del Texas convincendolo a lavorare al suo caso. Ed è così che un team ha lavorato per individuare, tra 100 differenti esemplari, i fagi adatti. Alla missione ha partecipato anche il centro di ricerca della US Navy che ha una banca di fagi raccolti nei porti di tutto il mondo. Incrociando i dati, le caratteristiche e le potenzialità dei vari virus è stato scovato quello che poteva aggredire i batteri nel corpo dell’uomo. La Fda (Food and Drug Administration) ha dato il via libera al cocktail di famaci non convenzionale per “motivi compassionevoli” accelerando così la procedura e facendo diventare il signor Patterson il primo paziente americano a subire un simile trattamento. L’uomo si è risvegliato dal coma. La malattia ha lasciato comunque molti strascichi tra cui il diabete, insufficienza cardiaca e danni allo stomaco, ma è tornato alla sua vita. E così Steffanie Strathdee. che nel 2019 ha scritto un libro, nel suo account Twitter può scrivere alla sua bio ha aggiunto “Superbug Slayer” ovvero assassino di superbatteri.

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