Su la Dybalamask e giù la maschera per la Roma? Sembrerebbe di sì. L’acquisto dell’argentino è molto importante: sul piano tecnico indubbiamente, perché i giallorossi si assicurano un attaccante di livello assoluto che porta in dote un gran numero di gol e assist, sul piano comunicativo forse anche di più perché rappresenta, appunto, un messaggio chiaro sulle ambizioni del club. La volontà evidente dei giallorossi di Friedkin sembra quella di primeggiare in Serie A dopo quattro anni in cui non si è centrata neppure la qualificazione in Champions. Ambizioni della nuova proprietà americana già evidenti quando la scelta per la panchina è ricaduta su Josè Mourinho: il massimo esponente della dottrina dei “tituli”. Uno l’ha già vinto in verità: quella Conference League che nel palmares del portoghese non è certo la forgia più pregiata, ma che per contro Josè si è tatuato addosso sottolineandone l’importanza. Perché una vittoria è una vittoria. Già, ora però è chiaro che bisogna alzare il tiro in fatto di tituli, e puntare più in alto: l’acquisto di Dybala è un segnale importante proprio in questo senso. Un colpo da primato? Chissà, sognare è lecito: con l’argentino i giallorossi si dotano di un attacco che non ha nulla da invidiare alle altre, con l’estro della Joya, i muscoli e la potenza di Tammy Abraham, e con Zaniolo che sembra non aver più la valigia in mano.

In più dal mercato è arrivato anche il fedelissimo di Mourinho, Nemanja Matic: usato sicuro di 33 anni che però porta in dote 6 titoli vinti, Dybala ne porta altri 12. Insomma, calciatori abituati alla vittoria, pilastri fondamentali per costruire lo spirito vincente nello spogliatoio, oltre che in campo. Qualcos’altro arriverà ancora dal mercato: forse Frattesi dal Sassuolo, probabilmente anche un difensore centrale. Così gli addii importanti di Mkhitaryan in particolare e di Sergio Oliveira poi sono stati ripianati innalzando anche il livello, almeno sulla carta. In una Serie A ormai non più competitiva come un tempo e dove il Milan ha appena dimostrato che le sorprese non sono un’eventualità impossibile, la Roma con l’acquisto di Dybala, con la conferma di Zaniolo e con un Mourinho che sta plasmando il suo gruppo può dire la sua. Discorso da amplificare, quello sulle possibili sorprese, in un campionato con un format inedito vista la maxi pausa per i mondiali tra autunno e inverno e dagli effetti imprevedibili. Certo, è chiaro che non sarà facile: i giallorossi sono reduci da quattro stagioni in cui il risultato migliore raggiunto è stato il quinto posto, nell’ultima i punti di distanza dalla vetta sono stati 23, molto difficile colmarli in una sola stagione.

Anche perché al netto di Dybala chi è arrivato davanti alla Roma, e in particolare Juventus e Inter, si è rinforzato con colpi di importanza pari a quella della Joya: all’Inter è tornato Lukaku e sono arrivati Mkhitaryan e Asllani, la Juve ha inserito due pezzi da novanta come Di Maria e Pogba, il Milan ha preso Origi e aspetta De Ketalaere, mentre il Napoli, che ha conteso fino all’ultimo proprio Dybala ai giallorossi ad oggi sembra indebolito rispetto alla scorsa stagione. I giallorossi poi hanno da giocare l’Europa League: tradizionalmente una gran rottura di scatole visto che si gioca di giovedì sera, lasciando poco tempo per preparare le sfide di campionato. Ad accompagnarli però ci sarà la notoria e fortissima passione dei tifosi: 36mila abbonamenti venduti è un dato stupendo nel calcio di oggi dove il distacco tra squadre e supporters, specie in Italia, si va acuendo sempre di più. Ma il calore della piazza è materia splendida, ma pure delicata da trattare, perché come tutti gli esplosivi fortemente instabile. E dunque tra Mou, Dybala e i 36mila abbonati pronti a riempire l’Olimpico e cantare gli ingredienti per una stagione memorabile ci sono tutti: c’è da valutare quante volte la Joya alzerà la sua maschera…la Roma invece la sua l’ha già calata.

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