Il Movimento 5 Stelle ha preso la sua scelta. Oggi in Senato i senatori grillini usciranno dall’Aula al momento del voto sul decreto-legge “Aiuti”. Una decisione che comporterà la salita al Quirinale del presidente del Consiglio Mario Draghi e la probabile apertura di una crisi di governo.

“Non possiamo che agire con coerenza e linearità, i cittadini non comprenderebbero una soluzione diversa”, ha detto Giuseppe Conte nell’assemblea congiunta del Movimento annunciando la scelta. Dichiarazioni accolte da una standing ovation di una parte dei parlamentari riuniti. Tutti concordi sull’Aventino parlamentare? Non proprio. Dentro i 5 Stelle, anche durante la stessa assemblea, sono arrivate prese di posizione molto distanti da quelle di Conte.

Il primo è il ministro dei rapporti con il Parlamento, Federico D’Inca: “Rischiamo di regalare il paese al centrodestra, mettere in difficoltà la coalizione progressista ed essere accusati di mettere a rischio il Pnrr”, ha detto esprimendo, in assemblea congiunta, il suo dissenso sulla decisione di non partecipare al voto sul dl aiuti. Anche il capogruppo alla Camera Davide Crippa e l’ex sottosegretario Stefano Buffagni hanno espresso contrarietà alla linea dell’Aventino parlamentare che il M5s terrà in Senato. Buffagni e Crippa hanno rimarcato i rischi per il Paese oltre che per lo stesso Movimento. Al coro dei contrari si aggiunge anche la vicepresidente del Copasir e deputata del M5S, Federica Dieni: “Si conta stando dentro, se si è in grado di farlo , non facendo le vittime del sistema. Soprattutto in questa situazione critica per il Paese tra guerra , pandemia, inflazione, crisi energetica . Non condivido”, ha scritto su Twitter.

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