A novembre compirò 54 anni e come tutti quelli della mia età non ho futuro o meglio, non ci penso, perché se ci penso non posso che vedere solo un campo di battaglia fatto di vecchiaia e malattie. Ovviamente ci saranno anche dei bei momenti, certo, ma visto che l’aspettativa di vita per un uomo è di 81 anni, capite anche voi che non ho ancora molto da vivere e soprattutto, questi 27 anni residui (dai 54 agli 81 anni) non credo che saranno così fighi come lo sono stati i precedenti. Il meglio non deve ancora venire. Ai giovani, quindi, non rubo nessun futuro, gli regalerei volentieri il mio di futuro e mi prenderei il loro con tutta la figaggine di incertezze e quel “hai una vita davanti” tutta da costruire, immaginare, sopravvalutare, sbagliare.

Giovani, lasciate il monopolio delle lamentele ai vecchi finti giovani e non iniziate anche voi a gnolare per chissà cosa, che la vita è breve e per la maggior parte delle persone che popolano questo pianeta è di una modestia unica e niente di speciale. Avete la fortuna di avere i genitori ancora al mondo, siete in salute, zero problemi economici, ma cosa volete di più? Se non avete bisogno di soldi, evitate di andare a lavorare alla caxxxxx, impiegate il vostro tempo per fare ciò che più vi gratifica e mandate a cagare i cinquantenni che hanno già visto tutto, fatto tutto, capito tutto e poi stanno qui su Facebook a far finta di essere giovani e a ricordare di come stavano bene da giovani e di com’era meglio la loro gioventù rispetto a quella che state vivendo in questo periodo catastrofico (no, perché le epoche precedenti erano meglio… sì, sì).

E soprattutto, non date retta a ‘sti titoli ad effetto dei quotidiani satirici che riescono ad avere presa solo sui vecchi, che se siete veramente giovani non ve ne frega niente dei cinquantenni, li potete solo compatire. Se invece siete giovani, vi fate prendere da articoli del genere e invidiate i cinquantenni, allora avete un problema serio e a quel punto vi meritate solo di lavorare in presenza, più lontano da casa possibile, di fare un lavoro senza senso (tipo fare 50 km in treno o ancor peggio in bici, raggiungere una sede di lavoro, accendere un computer e lavorare su internet), che detestate, ma ben retribuito.

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