“Le pressioni indebite sul master in Bicocca da parte dell’ex rettrice Messa rafforzano il rifiuto di USB rispetto al nuovo reclutamento e alle valutazioni “meritocratiche” negli Enti di Ricerca e nell’Università. La ministra si deve dimettere”. Così l’Unione Sindacale di Base (USB) interviene dopo lo scoop del Fatto sui presunti favoritismi operati da Maria Cristina Messa all’epoca in cui era rettrice della Bicocca per promuovere alcune studentesse con incarichi di funzionarie consolari a Milano.

“La vicenda ci rafforza nella convinzione che il ministro abbia un’idea baronale della Ricerca e che la “meritocrazia” rappresenti un simbolo del potere baronale”, recita una nota del sindacato. “La modifica del reclutamento che si profila su emendamento del senatore Verducci al DDL S.2285 sta perfettamente dentro questo quadro quanto le chiamate dirette che CNR ed INFN vogliono mettere in atto sul PNRR: metodi clientelari gestiti dal baronato universitario che si vuole introdurre anche negli EPR. Per questo chiediamo ai senatori di fermare il DDL “reclutamento” e ripensarlo profondamente, non solo nella parte riguardante gli EPR, ma anche quello universitario”.

Nel suo comunicato USB dice no alle chiamate dirette e chiede invece concorsi nazionali, anche attraverso scorrimenti delle graduatorie esistenti, e stabilizzazioni. “Chiediamo finalmente una piena adesione alle raccomandazioni e direttive europee, finora oggetto di una sorta di amnesia selettiva, a stretto uso di chi comanda”.

“Le gravi denunce sulle raccomandazioni per favorire alcune diplomatiche sudamericane nel master universitario in Bicocca non sono che la punta dell’iceberg di un sistema baronale che rappresenta il male del sistema Ricerca e del quale il ministro Messa è chiaramente un’esponente “autorevole” e per questo chiediamo con grande determinazione le sue dimissioni. No ai baroni nella ricerca pubblica! Si alla ricerca pubblica, partecipata e finanziata dalla fiscalità”.

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