Dimissioni papali? “Ma non mi è mai passato per la testa. Per il momento no, per il momento no. Davvero”. Papa Francesco ha rilasciato un’intervista al vaticanista dell’agenzia Reuters, Philip Pullella, smentendo le false ricostruzioni che sono circolate, in particolare sui media americani, sulla sua rinuncia al pontificato. Ipotesi frutto, secondo quanto ha spiegato Bergoglio, di una lettura errata di alcuni eventi dell’agenda papale: il concistoro del 27 agosto per la nomina di venti nuovi cardinali e soprattutto la visita a L’Aquila il giorno successivo dove è previsto un momento di preghiera davanti al corpo di san Celestino V, il Papa che si dimise. “Tutte queste coincidenze – ha sottolineato Francesco – hanno fatto pensare ad alcuni che la stessa liturgia sarebbe avvenuta”. Bergoglio ha aggiunto che la possibilità di dimettersi è presa in considerazione, soprattutto dopo la scelta fatta da Benedetto XVI nel 2013, nel caso la salute gli rendesse impossibile continuare nel suo ministero. Ma alla domanda su quando potrebbe accadere, ha risposto: “Non lo sappiamo. Dio lo dirà”.

Francesco ha espresso la sua amarezza per aver dovuto rinunciare al viaggio nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan a causa del persistente problema al ginocchio destro che ha drasticamente ridotto la sua mobilità. Una decisione che gli ha causato “molta sofferenza”, soprattutto perché con la sua visita in Africa avrebbe voluto promuovere la pace nei due Paesi. Bergoglio ha spiegato, inoltre, di aver subito “una piccola frattura” al ginocchio quando ha fatto un passo falso mentre un legamento era infiammato: “Sto bene, sto lentamente migliorando”. Aggiungendo che la frattura sta guarendo grazie alle terapie con laser e magneti.

Il Papa ha poi smentito le voci secondo le quali gli sarebbe stato diagnosticato un cancro un anno fa, quando si è sottoposto a un intervento di sei ore per rimuovere un tratto del colon a causa di una diverticolite, una condizione comune negli anziani: “L’operazione è stata un grande successo”. Precisando che sul presunto tumore “non mi hanno detto nulla” e bollando questa voce come “pettegolezzi di corte”. Ha, inoltre, spiegato di non volere un’operazione al ginocchio perché l’anestesia generale dell’intervento dell’anno scorso aveva avuto effetti collaterali negativi.

Parlando della situazione in Ucraina, Francesco ha fatto notare che ci sono stati contatti tra il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, su un possibile viaggio a Mosca. I segnali iniziali non sono stati buoni. Si è parlato di questo possibile viaggio per la prima volta diversi mesi fa, ha detto il Papa, spiegando che Mosca ha risposto che non era il momento giusto. Ha lasciato comunque intendere che ora qualcosa potrebbe essere cambiato: “Vorrei andare in Ucraina e volevo prima andare a Mosca. Ci siamo scambiati dei messaggi a questo proposito perché pensavo che se il presidente russo mi avesse concesso una piccola finestra per servire la causa della pace… E ora è possibile, dopo il mio ritorno dal Canada, che io riesca ad andare in Ucraina. La prima cosa da fare è andare in Russia per cercare di aiutare in qualche modo, ma vorrei andare in entrambe le capitali”.

Francesco, infine, ha parlato della recente decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha ribaltato la storica sentenza Roe contro Wade che stabiliva il diritto di una donna ad abortire. Bergoglio ha affermato di rispettare la sentenza e di non avere abbastanza informazioni per parlarne da un punto di vista giuridico. Ma ha anche condannato con forza l’aborto paragonandolo “all’assunzione di un sicario. Chiedo: è legittimo, è giusto, eliminare una vita umana per risolvere un problema?”. Al Papa è stato anche chiesto di esprimersi sul dibattito in corso negli Stati Uniti sulla possibilità che un politico cattolico, personalmente contrario all’aborto, ma che sostiene il diritto di scelta degli altri, possa ricevere la comunione. Alla speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, è stato proibito ricevere l’eucaristia dall’arcivescovo della sua diocesi, San Francisco, ma si comunica regolarmente in una parrocchia di Washington e il 29 giugno ha ricevuto la comunione da un sacerdote durante la messa presieduta dal Papa nella Basilica di San Pietro: “Quando la Chiesa perde la sua natura pastorale, quando un vescovo perde la sua natura pastorale, questo causa un problema politico. Questo è tutto ciò che posso dire”.

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