In agitazione da ormai dieci giorni, i tassisti confermano lo sciopero di quarantott’ore per le giornate di martedì 5 e mercoledì 6 luglio, quando dalle 00:00 del primo giorno alle 24:00 del secondo le auto bianche si fermeranno in tutta Italia per protestare contro l’articolo 10 del Ddl Concorrenza e le norme che puntano alla liberalizzazione del settore. La viceministra alle Infrastrutture e Trasporti Teresa Bellanova, su delega del governo, ha convocato di nuovo le rappresentanze sindacali per una mediazione che scongiuri lo sciopero, che nella Capitale vedrà lo svolgimento di un corteo.

Dopo i tavoli tra ministero e sindacati della settimana scorsa la situazione non si è ancora risolta, e l’agitazione della categoria che ha ridotto il servizio in tutte le principali città si trasformerà in sciopero la settimana prossima. La protesta segue il mancato accordo sul Ddl Concorrenza e in particolare sull’articolo 10 che intende liberalizzare il settore dei taxi. Più volte i sindacati hanno chiesto al governo di dare istruzioni ai relatori di maggioranza perché dal provvedimento sia stralciato l’articolo 10. Ma una soluzione non è stata trovata e la legge, dopo il passaggio in commissione Attività produttive della Camera, è attesa per il voto in Aula, in seconda lettura a Montecitorio, entro il prossimo 22 luglio. Ovviamente non si escluse la possibilità di un ulteriore passaggio in terza lettura al Senato.

“Il servizio pubblico taxi è fuori dalla Direttiva Bolkestein e quindi l’Europa non ne chiede nessuna liberalizzazione, nonché la contestuale conclusione della riforma del comparto varata da questo Parlamento nel 2019, con l’approvazione della regolamentazione dell’operato delle piattaforme di intermediazione digitale e degli strumenti di contrasto ai diffusi fenomeni di abusivismo”, è la tesi dei sindacati dei tassisti, che hanno approvato lo sciopero in modo compatto. “Lo sciopero farà da spartiacque riguardo al destino dei tassisti. E’ una risposta ferma e irremovibile indirizzata a chi pensa di svendere il nostro lavoro e la funzione di servizio pubblico che svolgiamo”, si legge nella nota firmata da 14 associazioni di categoria che hanno indetto lo sciopero: Usb-taxi, Uti, Ugl-taxi, Un’impresa, Fast Confsal, UilTrasporti, Satam, Tam, Claai, Unica Cgil Taxi, Uritaxi, Or.S.A.-Taxi, Federtaxi Cisal.

“In quelle 48 ore dobbiamo dimostrare che non siamo disponibili a nessun passo indietro, a nessun tipo d’accordo, a nessuna resa e che ci batteremo fino all’ultimo respiro, contro tutti quei parassiti che vorrebbero sottrarci il frutto della nostra fatica. La realtà – si legge ancora nella nota – è che la nostra battaglia è la lotta di 40 mila lavoratori contro la speculazione finanziaria, ma anche la difesa dell’utenza di un sevizio pubblico contro meccanismi come algoritmi e libero mercato che li andrebbero a strangolare nel momento del bisogno”. Una protesta diretta contro l’esecutivo di Mario Draghi, che dalla categoria raccoglie una totale disapprovazione: “Gli incontri fatti con le multinazionali, così come la negazione del confronto con i lavoratori e la sua intenzione di devastare il nostro lavoro non rimarranno senza risposta e in quelle 48 ore saranno i tassisti di tutta Italia a consegnargliela”

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