Il bonus 200 euro potrebbe essere a rischio per “milioni di lavoratori”. A denunciarlo è il presidente dell’Associazione nazionale consulenti del lavoro, Dario Montanaro. L’indennità una tantum da erogare nella retribuzione di luglio tramite i datori di lavoro, prevista dal Decreto aiuti per aiutare, appunto, le famiglie che devono far fronte al rialzo dei prezzi, infatti, manca di “istruzioni operative”. “Il Mef e il ministero del Lavoro non le forniscono – spiega Montanaro – sembra quasi vogliano rimandare l’impatto finanziario sui conti dello Stato”.

Neanche la circolare dell’Inps emanata il 21 giugno “per gli aspetti applicativi” sembra essere d’aiuto: “L’Inps ha provato a metterci una toppa – chiarisce ancora il presidente dell’Ancl – ma la circolare non chiarisce nulla. Non è accettabile una tale sequenza di eventi per una misura che coinvolge milioni di lavoratori”. Secondo Montanaro mancano, a oggi, “disposizioni precise, operative e utilizzabili per gestire l’erogazione del bonus”. Se la situazione non dovesse essere sanata entro l’inizio della prossima settimana, spiega l’esperto, “si determineranno le condizioni per le quali sarà impossibile erogare il bonus a milioni di lavoratori a causa delle evidenti inefficienze della pubblica amministrazione”.

La circolare Inps – Nella circolare Inps, si legge sul Sole 24 ore, vengono indicate alcune specifiche circostanze che prevedono l’erogazione del bonus anche nella retribuzione di giugno pagata a luglio. In via generale, infatti, la somma una tantum è erogata con la retribuzione del mese di luglio, ma, appunto, sono previste situazioni particolari. È il caso del part time ciclico o di quando, nel Ccnl, una clausola prevede lo slittamento del pagamento della retribuzione al mese successivo. Nel caso del part time ciclico che prevede una prestazione a giugno ma non a luglio, infatti, il bonus sarà inserito nel cedolino di paga di giugno, dato che non è prevista una prestazione nel mese successivo. Lo stesso vale per quelle aziende che applicano un contratto che prevede lo slittamento della paga al mese successivo: se il datore di lavoro corrisponde gli emolumenti entro il 5 del mese successivo, i 200 euro vanno nella busta paga che contiene la retribuzione di giugno, se invece retribuisce comunque entro la fine del mese, il bonus finirà nella retribuzione di luglio.

I lavoratori tagliati fuori – Un’ulteriore precisazione della circolare Inps, inoltre, taglia fuori un consistente numero di lavoratori. Secondo il messaggio dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, infatti, hanno diritto al bonus solo i lavoratori “in forza” nel mese di luglio. Cosa significa? Se il rapporto di lavoro è cessato anteriormente al 1° luglio e se questi soggetti non risultano destinatari della Naspi nel mese di giugno, non si ha diritto all’aiuto. Il caso simbolo sono i docenti non di ruolo, il cui incarico cessa, di regola, il 30 giugno. Lo stesso vale per i dipendenti di aziende che applicano il calendario differito.

A chi spetta il bonus – Sono circa 31,5 milioni i potenziali beneficiari dei 200 euro previsti dal Decreto aiuti per i lavoratori con un reddito inferiore ai 35mila euro. I dipendenti privati devono presentare un’autocertificazione in cui dichiarano, appunto, di non superare la soglia di reddito e di non essere pensionato o beneficiario del reddito di cittadinanza. A queste due categorie i 200 euro saranno versati automaticamente dall’Inps. Stagionali, lavoratori domestici, cococo e venditori a domicilio devono fare domanda. Ai lavoratori pubblici, invece, il bonus sarà erogato in automatico. I 200 euro arriveranno anche ai lavoratori autonomi e ai professionisti, ma per loro il limite di reddito sarà con tutta probabilità inferiore.

Gli autonomi devono attendere – La sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra ha assicurato mercoledì che il decreto ministeriale per definire i dettagli del bonus riservato agli autonomi “è in avanzata fase di predisposizione” da parte del Ministero del lavoro “tenuto conto delle risorse disponibili stanziate, della misura massima dell’indennità, al fine di assicurare che tutte le richieste siano soddisfatte e che non si determini disparità con la platea degli altri beneficiari”. Il decreto Aiuti prevedeva un decreto interministeriale ad hoc entro 30 giorni dall’entrata in vigore il 17 maggio scorso.

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