Giugno è il mese del Pride, per questo numerose città italiane si stanno colorando di arcobaleno. “Sono giorni di rabbia per la nostra comunità” – ha affermato Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay – “le morti di Sasha a Catania, Camilla a La Spezia e Cloe a Belluno sono l’apice di una spirale violenta che nelle ultime settimane è diventata opprimente e insopportabile. Scendiamo nelle strade per loro e per tutte le persone transessuali o non binarie, da troppo bersaglio di una ferocia spietata. Per tutte le persone che la società opprime, isola, mette all’angolo. Sono giornate di orgoglio, celebrazione e rivendicazione”. A dare il via alle manifestazioni sono state Roma, Genova e Bergamo l’11 giugno. Sei invece le città che sono scese in piazza ieri, 18 giugno.

La prima è Lecco, il ritrovo è stato alle 15 in via Ghislanzoni. Prima un corteo di centinaia di persona si è mosso per le vie principali della città, poi una serie di interventi e di musica dal vivo nella piazza principale. Il sindaco Mauro Gattinoni, è salito sul palco e usando le parole di Sergio Mattarella, ha ribadito la necessità di un’educazione alla “cultura delle non differenze”. “Togliere diritti e doveri alle minoranze significa non rispettare la nostra Costituzione” ha aggiunto.

Anche a Parma erano moltissimi, il caldo non ha fermato l’ondata del Pride che ha invaso le strade del centro storico. Il corteo composto da circa 5mila persone, è partito alle 15.30 dal piazzale Santa Croce ed è arrivato in piazza Garibaldi. Numerosi gli interventi al microfono per ricordare le vittime di violenza omofoba e transfobica, tra cui Cloe Bianco, l’insegnante morta suicida in Veneto. La madrina Valeria Savazzi, che fa parte dell’associazione “L’ottavo Colore” ha voluto far sapere alle vittime di insulti e di discriminazioni “non siete soli: siamo noi la vostra famiglia”.

Dopo l’Emilia Romagna, le Marche. Pesaro ha ospitato la manifestazione per la prima volta ed è cominciata alle 16 in piazzale della Libertà. Al corteo arcobaleno erano attese almeno 2mila persone, ma si sono presentati in più di 3mila. Il sindaco dem Matteo Ricci ha commentato: “Un corteo gioioso e pieno di vita, che si batte per la libertà di essere se stessi e di vivere l’amore. Senza nascondersi, sentirsi giudicati, denigrati”. “Dobbiamo fare ancora molti passi avanti” ha aggiunto “contro i pregiudizi che vivono nella società. Questa giornata ha dimostrato che le nuove generazioni sono più avanti del resto della società e di un pezzo importante della politica”.

A Torino è stato un Pride da record: più di 150mila i presenti. 17 carri, tra cui quello della Cgil e del quotidiano La Stampa, che ha aderito all’iniziativa affermando che “i diritti si sommano e non si elidono. Essere qui aiuta a rafforzare la democrazia”. Il corteo ha sfilato per le vie del centro fino a piazza Vittorio. Oltre alle 22 associazioni che compongono il coordinamento del Torino Pride erano presenti Vladimir Luxuria, che dal 2019 è anche direttrice del Lovers Film Festival e il sindaco Pd Stefano Lo Russo. Luxuria ha commentato la manifestazione apprezzando il clima di festa “anche se non c’è niente da festeggiare perché i diritti non vengono riconosciuti”. Ha ricordato Cloe, dedicandole il corteo perché “la sua morte non deve essere accaduta invano, ma deve interrogare le coscienze di coloro che pensano che le discriminazioni non abbiano conseguenze. Mi auguro che almeno un docente agli esami di maturità si vesta con abiti femminili in segno di amore nei confronti di questa vittima”. Lo Russa, invece, ha ribadito come “Torino sia una città aperta, libera, inclusiva e sempre in prima linea sulla strada dei diritti”.

A Livorno, per il Toscana Pride erano in più di 30mila a sfilare all’insegna dello slogan “Fuori e sempre controvento”, che ha contrassegnato il corteo di quest’anno. Sono partiti alle 16 da piazza della Repubblica. Il sindaco Luca Salvetti ha dichiarato che “è una soddisfazione ospitare questo momento di ripartenza, dopo il Covid. Livorno è una città che si sposa alla perfezione con il tema dei diritti, con la voglia di stare insieme e con la voglia di sorridere. E alla manifestazione ho visto tanti sorrisi”. Con lui anche l’assessora alle pari opportunità Alessandra Nardini, che ha ribadito come la Toscana sia stata la prima a dotarsi di una legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Per questo “oggi chiediamo, insieme a tante amministrazioni comunali e provinciali in tutta la Toscana, che il Parlamento approvi finalmente una legge nazionale” ha aggiunto Nardini.

Infine il 18 giugno si è colorata anche Varese, dove un fiume di gente ha invaso le strade del centro cittadino partendo da via Sacco. Erano circa mille i presenti. I partecipanti: “Siamo qui per essere noi stessi ogni tanto”. in rappresentanza del comune, l’assessora alle pari opportunità Rossella Dimaggio: “Ho sentito parlare di accettazione, ma ci vuole condivisione: si accetta ciò che si è costretti ad accettare. In politica invece occorre condividere”.

Articolo Precedente

Morta la 20enne Nazifa Noor Ahmad: nel 2018 era stata premiata da Mattarella per l’impegno nel volontariato

next
Articolo Successivo

Violenza contro le donne, ancora una condanna: l’Italia lenta e inefficace nella risposta alle vittime

next