Gazprom ha annunciato la riduzione di oltre il 40% della sua capacità di consegna giornaliera di gas alla Germania tramite il gasdotto Nord Stream. Il colosso russo dell’energia ha spiegato che la ragione del taglio è un ritardo di riparazione da parte dal gruppo tedesco Siemens: “Le attrezzature necessarie non sono state consegnate”. La prima conseguenza dell’annuncio è un netto rialzo del prezzo del gas in Europa: ad Amsterdam le quotazioni salgono a 91 euro al Mwh (+9,1%), a Londra il prezzo si attesta a 170 penny al Mmbtu (+ 10,60%). Berlino però ostenta tranquillità: “Osserviamo la situazione e verifichiamo lo stato delle cose. Al momento la sicurezza degli approvvigionamenti continua ad essere garantita“, ha detto una portavoce del ministero dell’Economia tedesco.

Le consegne di gas tramite il gasdotto Nord Stream “possono essere garantite solo fino a un volume di 100 milioni di metri cubi di gas al giorno, invece dei previsti 167 milioni di metri cubi“, ha affermato Gazprom in una dichiarazione su Telegram. “Attualmente solo tre unità di pompaggio del gas possono essere utilizzate presso la stazione di compressione di Portovaya“, ha spiegato il colosso russo.

Il taglio delle forniture di gas verso l’Europa arriva però proprio nei giorni in cui i leader europei stanno organizzando la loro prima visita a Kiev: il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente del Consiglio Mario Draghi dovrebbero incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky prima del G7 di fine giugno. Secondo Business Insider, la visita sarebbe in programma già per giovedì. Inoltre, proprio ieri in un’intervista alla Zdf lo stesso Zelensky è tornato a punzecchiare Scholz e la Germania: “Abbiamo bisogno dal cancelliere Scholz la certezza che la Germania sostiene l’Ucraina. Lui e il suo governo devono prendere una decisione“.

Il Nord stream è il gasdotto che passando sotto il mar Baltico collega direttamente Russia e Germania, da Vyborg a Greifswald. È considerato uno dei simboli delle interconnessioni tra Berlino e Mosca degli ultimi decenni, oltre che della dipendenza energetica dell’Europa. Il discusso Nord Stream 2, gemello dell’attuale gasdotto, avrebbe trasformato la Germania in hub del gas russo in Europa, ma è stato bloccato quando era ormai completato: il suo stop era considerato da molti un gesto che avrebbe fatto desistere Putin dall’invadere l’Ucraina. A premere per fermare il Nord Stream 2 sono stati soprattutto gli Stati Uniti. Mentre in Germania l’ex cancelliere Gerhard Schroeder, amico e lobbista di Putin, è stato duramente criticato negli ultimi mesi anche per il progetto del primo gasdotto, l’attuale Nord Stream.

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