Non sarebbe solo la questione dell’aborto a far traballare il rapporto di intesa tra la Corte Suprema statunitense e il cittadino medio statunitense. Secondo un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Pnas – Proceedings of the National Academy of Sciences” la Corte avrebbe preso negli ultimi anni sempre più decisioni di stampo conservatore, allontanandosi dalle preferenze della media della cittadinanza. Si badi bene, nulla di male necessariamente in questo: il principio dei contrappesi (checks and balances) adottato dagli Usa e dalle democrazie liberali in genere, prevede proprio che esistano organi in grado di difendere le norme costituzionali addirittura dalle decisioni delle maggioranze parlamentari, figuriamoci dai desiderata della popolazione media. Se l’organo – la Corte Suprema in questo caso – rispetta effettivamente la costituzione e la difende, nulla quaestio.

Il problema, piuttosto, in un contesto polarizzato come quello statunitense, diviene semmai quanto una frattura di fiducia tra cittadinanza ed una istituzione fondamentale come la Corte Suprema possa portare ad ulteriori spaccature nell’opinione pubblica con le pericolose, possibili conseguenze che sono state sotto gli occhi di tutti negli ultimi anni. Gli autori del nuovo studio, Stephen Jessee dell’Università del Texas e i suoi colleghi, offrono ora nuovi dati per affrontare con metodo questo problema, avendo sondato proprio il rapporto tra le opinioni della media dei cittadini e le decisioni su alcuni casi particolarmente rilevanti sottoposti all’attenzione della Corte.

I ricercatori hanno condotto nello specifico tre sondaggi per valutare le opinioni pubbliche su 32 casi importanti degli ultimi 12 anni. Hanno raccolto dati da 1.500 intervistati nel 2010, da 2.000 intervistati nel 2020 e da 2.158 intervistati nel 2021. Al momento dei primi due sondaggi, la posizione della Corte su questioni politiche chiave era allineata alle preferenze del cittadino medio negli Stati Uniti. Nel 2021, invece, le sentenze della Corte risultavano molto più vicine alla posizione del tipico repubblicano.

“I nostri risultati mostrano che – sottolineano gli autori – molte persone, in particolare democratici, percepiscono l’ideologia della corte in modo errato, con molti che credono che sia più liberal di quanto non sia in realtà”. Dove il termine “liberal” negli Usa sta per progressista e quindi allineato tendenzialmente con le posizioni proprio dei democratici. Questo fattore di “mancata comprensione” è particolarmente rilevante per i possibili mutamenti cui la Corte Suprema potrebbe andare in contro. Dato che i risultati dello studio suggeriscono che maggiore è la distanza tra le idee del cittadino e quella che percepisce essere l’ideologia della Corte e più sarà disposto a sostenerne un mutamento strutturale, l’ “abbaglio” dei cittadini democratici potrebbe minare gli sforzi di quella parte politica per cambiare alla radice quest’organo fondamentale dell’ordinamento Usa.

Gianmarco Pondrano Altavilla

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