Il caso delle presunte tangenti sulle protesi dentarie per bambini nella sanità pubblica lombarda è esploso a fine maggio con cinque ordini di custodia cautelare disposti dal tribunale di Milano. Ma tutto o quasi era scritto nero su bianco già dal 2019, in una relazione ufficiale di un organismo della Regione Lombardia. Che in questi tre anni è rimasto lettera morta.

Agli arresti domiciliari è finita Roberta Miccichè, rappresentante legale della Wisil Latoor srl, azienda milanese specializzata in protesi dentarie, insieme a due collaboratori. Stessa sorte per due dentisti, Giorgio Coccolo della Asst Milano Nord, e Gianfranco Colella dell’ospedale Delmati di Sant’Angelo Lodigiano. Le accuse sono associazione per delinquere, corruzione e falso. Secondo gli investigatori, gli odontoiatri prescrivevano protesi inutili o più care rispetto ai prezzi calmierati previsti dalla sanità regionale. Il tutto a beneficio del fatturato della Wisil.

In un’intercettazione dell’8 aprile, a indagine in corso, Miccichè suggeriva di intimidire ex dipendenti che erano stati sentiti dagli investigatori. Con frasi di questo tipo: “Perché non facciamo una bella delegazione e andiamo sotto casa?”. E ancora: “Poi i bambini usciranno dall’asilo, da scuola (…) i cuccioli almeno si possono spaventare però (…) Ai cuccioli non ci si fa del male però, però, si può spaventare la mamma”.

Proprio la Wisil Lotoor è citata in una relazione del 20 febbraio 2019 firmata dall’allora consigliera dell’Arac – l’agenzia anticorruzione della Regione Lombardia – Giovanna Ceribelli. Al centro del documento, tante “anomalie” riguardanti due forniture di protesi all’Azienda sanitaria Valle Olona (non citata nell’inchiesta), scriveva Ceribelli, che in passato aveva svelato per prima lo scandalo di “Lady dentiera”, sempre sulle prestazioni odontoiatriche del sistema sanitario lombardo. Ceribelli aveva anche scovato rapporti societari fra Roberta Micciché e appunto Lady Dentiera, al secolo Maria Paola Canegrati, che nel 2019 era già sotto processo per corruzione e altri reati (sarà condannata a 12 anni in primo grado nel 2020).

Tra le “anomalie” riportate dalla relazione del 2019, la prima riguarda la modalità di affidamento delle forniture: “Incomprensibile risulta la continua procedura di indizione di gara di anno in anno che di fatto ‘spezzetta’ il valore della gara e la fa rimanere in una continua procedura negoziata”, si legge nella relazione del 2019. Il riferimento è a due forniture annuali, da 112mila euro nel 2015 e 170mila euro nel 2016, somme che permettevano una gara semplificata, vinta in entrambi i casi da Wisil Lootor. Nella gara negoziata, l’ente appaltante decide quali aziende chiamare, mentre oltre una certa cifra la legge richiede una gara aperta a chiunque, avendone i requisiti, voglia partecipare.

“Un ulteriore elemento che di fatto va a falsare quanto contenuto nel bando di gara è la modifica, effettuata dopo l’assegnazione, del valore delle forniture, con ulteriore aggiunta di forniture di nuovi beni”, scriveva ancora Ceribelli. L’importo pagato dalla Asst Valle Olona, dunque, lievitava dopo la conclusione della gara. Una procedura consentita in casi eccezionali, che però è stata adottata da Asst Valle Olona in entrambe le gare prese in esame. Altre “anomalie” sono citate riguardo il mancato rispetto di tempi e procedure. Su segnalazione di una lettera anonima molto documentata, emergeva anche l’esistenza di due differenti listini prezzi inviati dall’azienda all’Asst, in cui la stessa prestazione veniva quotata a costi diversi.

Giovanna Ceribelli aveva anche scoperto che fino al 2014 Miccichè e Canegrati erano socie nella Elle-Wi srl, costituita nel 2008 ad Arcore (Monza-Brianza), anche questa attiva nel settore delle protesi odontoiatriche, di cui “Lady Dentiera” era presidente e l’imprenditrice arrestata a fine maggio consigliera d’amministrazione. La proprietà della Elle-Wi era divisa a metà fra la Elledent di Maria Paola Canegrati e, appunto, la Wisil finita al centro di quest’ultima inchiesta.

Non solo: il nome della Wisil ricorre nella requisitoria del pm di Monza Manuela Massenz, datata 4 aprile 2019, al processo contro Canegrati. È citato per esempio un appalto da quasi due milioni di euro dell’Ospedale Maggiore di Milano, andato nel 2013 al raggruppamento d’imprese fra Elledent e Wisil. Su quell’appalto, il pm Massenz citava intercettazioni che “danno conto, inizialmente, del solito approccio corruttivo che caratterizza il ‘sistema Canegrati'”.

Erano tanti, insomma, i fatti che avrebbero dovuto far suonare un campanello d’allarme ai vertici della sanità lombarda, allora guidata dall’assessore al Welfare Giulio Gallera, di Forza Italia. Nulla, però, è accaduto, e tre anni dopo è arrivata la magistratura. L’Arac, l’agenzia regionale anticorruzione di cui Giovanna Ceribelli faceva parte, è stata sciolta e sostituita, nell’estate del 2019, da un altro ente (Orac – Organismo regionale anticorruzione) composto da nuovi membri.

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