Barry Sussman, responsabile del desk metropolitano del Washington Post ai tempi del Watergate, è morto lo scorso mercoledì 1 giugno nella sua abitazione a Rockville, nello stato del Maryland. Lo storico giornalista – che fu responsabile del desk metropolitano del giornale dal 1965 – è ricordato soprattutto per essere stato capo e mentore della giovane coppia di reporter del Watergate, i cosiddetti “Woodstein” (Bob Woodward e Carl Bernstein). Watergate, come noto, è lo scandalo politico scoppiato negli Usa nel 1972, a seguito di intercettazioni illegali, che videro coinvolto anche il presidente Richard Nixon. Grazie all’attività investigativa dei Woodstein si arrivò alla richiesta di impeachment e alle dimissioni del capo della Casa Bianca. Bob Woodward fu il primo ad essere coinvolto da Sussman per le sue notevoli capacità investigative e, a lui, decise di affiancare Carl Bernstein, più bravo nella scrittura. Sussman ebbe un ruolo fondamentale nel sostenere le indagini dei due, che suscitarono una forte reazione da parte dell’opinione pubblica per la vicenda. Nonostante il film Tutti gli uomini del presidente insceni lo scandalo, riservando solo un ruolo secondario a Sussman, i Woodstein lo hanno sempre riconosciuto come un fondamentale coordinatore. “Una fonte di riferimento da consultare quando anche la biblioteca falliva” raccontano nel loro libro All the President’s Men.
Media & Regime
Morto Barry Sussman, fu il capo di Woodward e Bernstein durante il Watergate (ma nel film gli fu riservato un ruolo secondario)
Il giornalista fu il responsabile del desk metropolitano del giornale dal 1965: fu lui a incaricare i due cronisti passati alla storia per lo scandalo che coinvolse l'allora presidente Nixon
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