A fine maggio decine di migliaia di auto BMW, ora quasi un milione di Mercedes Benz. Il richiamo è iniziato il primo giugno: a essere interessati 993.407 serie ML, GL e le limousine della classe R. Si tratta di modelli costruiti tra il 2004 ed il 2015 e di questo meno di 70mila circolano di Germania. Nella fattispecie è la ventunesima procedura di richiamo precauzionale di autovetture Mercedes iscritta quest’anno nei registri della motorizzazione civile tedesca. Nei punti di congiunzione la coppa del servofreno potrebbe presentare corrosioni e perdere, comportando un rallentamento dell’azione di risposta del pedale ed un allungamento dello spazio di arresto. In casi estremi potrebbe intervenire addirittura una completa interruzione della connessione tra il pedale ed il sistema frenante. Il malfunzionamento potrebbe essere percettibile accompagnandosi a sibili o rumori di flusso nel premere il pedale.

La casa tedesca ha confermato che controlli su alcune vetture hanno evidenziato che nei punti di connessione si possono produrre corrosioni e ha invitato perciò a non usare più le auto interessate fino ad un controllo, il tutto assicurando che i proprietari potranno usufruire durante il tempo necessario di un veicolo sostitutivo. In Germania è stata predisposta una linea ad hoc, mentre i codici dell’azione di richiamo del produttore diffusi dal Kraftfahrt-Bundesamt sono 4290005 e 4290006. Già a metà maggio la casa di Stoccarda aveva richiamato circa 292mila modelli delle stesse tre serie costruite tra il 2006 ed il 2012 negli Stati Uniti per problemi ai freni, secondo quanto specifica la SWR. Quest’anno Mercedes Benz ha già dovuto rimediare in altre tre occasioni a problemi, diretti od indiretti, ai freni su alcune sue vetture. Dal 21 febbraio ha avviato controlli in officina per 767 auto della classe G costruite tra il 2020 ed il 2021: una distanza troppo piccola tra il pedale dell’acceleratore ed il rivestimento della consolle centrale poteva comportare un ritardo nella riduzione dell’accelerazione o nei tempi di frenata.

Il 14 aprile ha richiamato 40.879 auto della classe X costruite tra il 28 agosto 2017 ed il 6 maggio 2020 perché per una guarnizione difettosa l’olio poteva scivolare dall’asse posteriore al tamburo del freno, riducendo la funzionalità dei freni sia di servizio che di stazionamento. Il 7 marzo ha avvisato ancora che in 113 vetture dei modelli CLA, EQA, EQB, GLA, GLB e di classe A e B, costruite tra il 2019 ed il 2021 un avvitamento difettoso dell’alloggiamento della pinza del freno poteva portare ad un allentamento della connessione, con riduzione di efficacia della frenata e perdita di parti nel traffico; non poteva essere esclusa neppure la fuoriuscita di liquido dei freni. Tutti gli autocostruttori d’altronde vedranno prevedibilmente ancora acuirsi i problemi di controllo della qualità, essendo costretti a nuove catene di rifornimento per sopperire alle turbolenze provocate all’approvvigionamento di componentistica e materie prime dalla guerra in Ucraina. Nickel, palladio, litio e cobalto per le batterie, ma anche semiconduttori, cablaggi ed alluminio, di cui dovranno assicurarsi la piena corrispondenza agli standard abituali.

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