La guerra in Ucraina ci mostra quanto sia fragile il sistema energetico italiano. Ma anche senza la guerra la situazione mondiale è tragica. L’inquinamento delle grandi città, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, miete ogni anno più di 3 milioni di morti. E l’apocalisse climatica è alle porte. Eppure molti potenti della terra e anche molti cittadini comuni pensano che per risolvere la questione bisogna aspettare, riflettere e fare dei convegni invitando decine di migliaia di esperti che arrivano con voli straordinari…

La questione non è difficile da capire. In Italia consumiamo elettricità prodotta dal carbone, un super inquinante. E oltre il 50% della corrente viene dal gas. Non possiamo continuare a bruciare i combustibili fossili e spargere ancora altri veleni chimici e usare il mare come una discarica.

Possiamo farlo? Sì. Abbiamo le tecnologie per produrre dentifrici senza microsfere di plastica, abbiamo auto elettriche e a idrogeno e sistemi di coltivazione senza veleni che ormai sono molto efficienti. Abbiamo anche le tecnologie che ci permettono di produrre tutta l’elettricità che vogliamo in modo rinnovabile, energia che inizia a costare addirittura meno di quella prodotta dal carbone in alcune aree soleggiate o ventose.

Non siamo di fronte a un irrisolvibile problema tecnologico e neppure a potenti interessi economici: oggi le fonti rinnovabili offrono possibilità di guadagno e di sviluppo che stanno attirando le maggiori imprese del mondo. E allora perché la transizione avanza così lentamente?

Siamo di fronte a un grave problema di modo di pensare supportato da leggende metropolitane alle quali molti credono. Cosa c’è di più ecologico di prendere il calore sotto terra? Fai un pozzo, mandi giù un tubo, pompi olio termico che si scalda e ritorna su e usi il calore per produrre elettricità. Certo è possibile costruire male qualunque cosa. Se il pozzo lo fai in una zona vulcanica e disperdi gas sotterranei nell’aria magari la gente si ammala. Ma questo vuol dire che bisogna stabilire qual è il modo corretto di costruire gli impianti geotermici. Invece ci sono persone che si battono perché non vengano costruiti più impianti geotermici. È come vietare le auto perché un idiota ha guidato senza patente e ha investito un pedone.

Anche le pale eoliche non vanno bene a molti: uccidono gli uccelli. Ma se scaviamo in questa notizia scopriamo innanzitutto che le auto, i treni e gli aerei ammazzano molti più volatili. E anche i palazzi coperti di vetrate ammazzano più uccelli delle pale eoliche. E dove si ha l’accortezza di non mettere le pale eoliche sui percorsi migratori dei volatili l’incidenza del problema crolla pesantemente.

È invece del tutto falsa la notizia che gli impianti di biogas diffondano miasmi letali ed epidemie virulente. Incredibilmente oggi perfino gli impianti fotovoltaici, che certamente non uccidono gli uccelli, non diffondono virus e non liberano nell’aria gas tossici, sono per molti un nemico da sconfiggere. Che cosa non va? Niente… Li trovano brutti e basta. Bene. Allora studiamo dove farli in modo tale che non guastino il panorama. Scegliamo luoghi adatti e li circondiamo di alberi e cespugli così non li vede nessuno.

Sicuramente se costruisco un parco fotovoltaico in bella vista sulle colline del Chianti, compio un’idiozia totale. Ma ci sono già decine di leggi che lo vietano, si tratta di farle rispettare. E non è che vieti la vendita di martelli perché c’è gente che li usa per compiere omicidi. Ci sono poi sul fotovoltaico parecchie fake news che ho analizzato una per una nel mio ultimo post. Nessuna di queste ha un minimo rapporto con la realtà.

Da anni mi trovo in mezzo a scontri frontali tra chi vorrebbe salvare il pianeta vietando tutto (e forse abbattendo anche tutti i palazzi vetrati e vietando l’uso di auto, treni e aerei) e chi vorrebbe trovare il modo di salvare l’umanità cercando di utilizzare le fonti rinnovabili con impianti fatti a regola d’arte e quindi senza inconvenienti consistenti.

Certo se tornassimo all’età della pietra avremmo risolto la questione climatica. Ma poi ce lo si scorda di campare su questo pianeta in 7 miliardi.

Siamo a un punto di svolta della storia umana. Abbiamo l’ecatombe dell’inquinamento e la minaccia dell’armageddon ambientale da fermare. E le fonti rinnovabili insieme alle nuove ecotecnologie e a una cultura che metta fine allo spreco possono anche sciogliere le tensioni internazionali e ridurre il pericolo di guerre spesso legate al controllo dei combustibili fossili.

Troviamo il modo di attuare la conversione verso le fonti rinnovabili con attenzione e buon senso. Però facciamolo! Non c’è un minuto da perdere.

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