“Quando arriva un amico, c’è del buon vino. Se arriva lo sciacallo, c’è un fucile per salutarlo“. Il ‘consiglio’ per nulla amichevole dato ieri agli Stati Uniti dal portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin dopo lo scontro verbale su Taiwan e le incursioni dei bombardieri di Pechino e Mosca durante la visita di Biden a Tokyo, è stato accompagnato oggi da un nuovo fatto. La Cina, infatti, ha organizzato pattuglie di “prontezza al combattimento tra più servizi” ed “esercitazioni di combattimento reali” nel mare e nello spazio aereo attorno a Taiwan, il tutto in risposta alle “recenti attività di collusione tra Stati Uniti e Taiwan”. Il portavoce del Comando orientale dell’Esercito popolare di liberazione (Pla), Shi Yi, in una nota, ha attaccato le parole del presidente Joe Biden sull’intervento Usa a difesa dell’isola in caso di attacco cinese (poi corrette), dicendo che “è ipocrita e futile che gli Usa dicano una cosa e ne facciano un’altra su Taiwan, e spesso incoraggino le forze dell’indipendenza di Taiwan”.

Il Comando orientale ha voluto inviare “un severo avvertimento sulle recenti attività collusive dei secessionisti di Taiwan e degli Stati Uniti”, ha aggiunto il portavoce, secondo cui i soldati “sono determinati e in grado di contrastare qualsiasi interferenza esterna e tentativi di forze separatiste dell’indipendenza di Taiwan”. L’obiettivo prioritario è “di salvaguardare con determinazione la sovranità e la sicurezza nazionale, nonché la pace e la stabilità regionali“, ha concluso Shi. Un’azione, quest’ultima, che segue come detto i voli dei jet da guerra ed è l’effetto dell’innalzamento della tensione tra Pechino e Washington degli ultimi giorni.

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