“Molti cittadini ci stanno scrivendo che sono allibiti, e lo siamo anche noi“. Così, in un post su Facebook, il Comitato dei parenti delle vittime del ponte Morandi esprime sconcerto per lo striscione pubblicitario di Autostrade presente giovedì in via XX Settembre, la principale strada del centro di Genova, in occasione dell’arrivo in città della 12ª tappa del Giro d’Italia (di cui la concessionaria è uno degli sponsor). “Noi non vogliamo fare polemica e non l’abbiamo mai fatta, ma cari signori, questo si poteva assolutamente evitare o no?”, è la domanda retorica. I familiari delle 43 persone morte nel disastro – avvenuto sotto la gestione di Aspi, che insieme alla controllata Spea ha recentemente patteggiato uscendo dal processo con trenta milioni di euro – si erano già detti contrari alla scelta (inusuale) di far transitare il Giro sul viadotto autostradale “Genova San Giorgio”, costruito al posto di quello crollato: “Questo nuovo ponte rappresenta la testimonianza palese della nostra tragedia, non rappresenta il grande orgoglio di cui tanto abbiamo sentito parlare, rappresenta anche il ricordo di quanto si sarebbe dovuto fare per evitare la vergogna del crollo. Ringraziamo quindi sentitamente per l’idea ma pensiamo che il passaggio non possa essere un omaggio alle vittime”.

L’ufficio stampa di Autostrade per l’Italia (appena tornata in mano pubblica dopo il passaggio dell’88% del capitale a una cordata con a capo Cassa depositi e prestiti) esprime “rammarico” per la lettura data al cartellone e sottolinea di non aver voluto “urtare la sensibilità di alcuno”. L’iniziativa, spiega la società, “interessa tutte le tappe del Giro, dal nord al sud Italia” e fa parte di una campagna avviata oltre dieci anni fa a livello nazionale per sensibilizzare sulle regole di una guida corretta, campagna che viene riproposta ogni anno. “Ieri è stata una gran festa per la città, per noi è stato un altro giorno che ha lasciato l’amaro in bocca”, ha replicato venerdì la presidente del Comitato parenti delle vittime, Egle Possetti. “Hanno inondato anche la città di Genova di striscioni con il loro logo, senza neanche pensare che forse in quella città, in rispetto delle vittime, dei loro parenti e di tutti i cittadini genovesi questo poteva essere evitato. Non basta diventare sponsor di una manifestazione per lavarsi la coscienza e gli striscioni con il loro logo, secondo noi, non “sensibilizzano gli automobilisti a una guida corretta”, come da loro dichiarazione. Per noi – conclude – non bastano le parole a cambiare passo, servono fatti”.

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