L’indennità una tantum da 200 euro che dovrebbe aiutare le famiglie alle prese con il rialzo dei prezzi arriverà a 31,5 milioni di italiani e costerà allo Stato 6,3 miliardi di euro. Interamente coperti dalla tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche, che sale dal 10% al 25%. Lo prevede il decreto Aiuti, pubblicato martedì in Gazzetta ufficiale a due settimane dal varo in consiglio dei ministri e a valle di una serie di modifiche e aggiustamenti tecnici. Lavoratori dipendenti e pensionati con redditi sotto i 35mila euro, insieme ai titolari di reddito di cittadinanza (questi ultimi inizialmente nella bozza iniziale erano esclusi), riceveranno i soldi automaticamente, a luglio, mentre stagionali, cococo, lavoratori domestici e dello spettacolo e venditori a domicilio dovranno fare domanda. I 200 euro arriveranno anche ai lavoratori autonomi e ai professionisti, ma per loro il limite di reddito sarà con tutta probabilità inferiore. Modalità e platea verranno definite da un decreto del ministero del Lavoro da varare entro 30 giorni.

I 200 euro arriveranno nelle buste paga di luglio di 13,7 milioni di lavoratori dipendenti e altrettanti pensionati, oltre a 900mila percettori del reddito di cittadinanza (900mila). Gli altri dovranno fare domanda all’Inps. Si tratta di lavoratori domestici (750mila), disoccupati (1,1 milioni), cococo (270mila), lavoratori stagionali, dello spettacolo o intermittenti (300mila). Professionisti e lavoratori autonomi, che in base alla prima bozza avrebbero ricevuto l’aiuto a patto di rispettare il tetto di 35mila euro che vale per tutti gli altri, sono stati in parte “sacrificati” per poter corrispondere i soldi ai beneficiari di rdc: le coperture per le loro indennità ammontano a soli 500 milioni. E’ molto probabile quindi che per loro verranno fissati paletti più rigidi, abbassando il limite di reddito.

Per finanziare gli aiuti alle famiglie e alle imprese il governo ha ritoccato al rialzo il contributo straordinario a carico dei produttori, importatori e rivenditori di energia elettrica, di gas e di prodotti petroliferi, che sale dal 10 al 25%. Ci sarà un acconto pari al 40% da versare entro il 30 giugno 2002 e il saldo entro il 30 novembre 2022. Inoltre, viene esteso a sette mesi il periodo di osservazione per la definizione dell’extraprofitto: per valutare l’incremento del saldo si confronterà il periodo 1° ottobre 2021 – 30 aprile 2022 con il saldo del periodo 1° ottobre 2020 – 30 aprile 2021. Questa modifica comporta un allargamento della platea delle imprese interessate dalla tassa, e quindi, secondo i tecnici del Mef, un aumento il gettito che arriva a 6,5 miliardi nel 2022.

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