La proposta di legge che prevede l’istituzione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini il 26 gennaioapprovata definitivamente dal Senato il 5 aprile scorso e promulgata ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella – non è piaciuta a un gruppo di 39 ufficiali alpini. ll motivo? Quel giorno si ricorda la battaglia di Nikolaevka del 1943 in Russia, quando gli alpini combatterono al fianco della Germania nazista per forzare il blocco dell’Armata rossa, permettendo così ai componenti del Corpo d’armata alpino e all’esercito tedesco di aggirare l’accerchiamento sovietico e ritirarsi. Lo spiegano 39 ufficiali degli alpini – guidati da Aldo De Pellegrin, 72 anni, di Brunico – in una lettera inviata al Capo dello Stato. A dare notizia della missiva è Repubblica.

Secondo i 39 alpini la battaglia del 26 gennaio fu frutto di una guerra prevaricatrice dell’Italia fascista alleata della Germania nazista. “A Nicolaevka e in Russia gli alpini sono comandati in ritirata da un’aggressione a un Paese straniero“, si legge sulla missiva. Ecco perché definiscono la data stabilita per commemorare gli Alpini è “profondamente errata e ingiusta“. In più – spiega il gruppo – dedicare una giornata solo al loro corpo è discriminatorio: per questo motivo, a Mattarella rivolgono una richiesta di “giustizia e parità fra i corpi militari dello Stato chiamati sempre e tutti indistintamente alla tutela e alla salvaguardia del bene della nazione”.

La notizia ha suscitato molte polemiche nei giorni scorsi e Mattarella, da parte sua, ha reso esecutiva la legge inviando un messaggio al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e alle Camere, che suona come una critica per la scelta del 26 gennaio. Non entrando ufficialmente nel merito della questione, il presidente della Repubblica ha chiesto che tutte le forze armate vengano onorate in una sola data, il 4 novembre. “Abbiamo letto il messaggio del presidente della Repubblica”, ha detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, a margine dell’adunata degli alpini a Rimini a chi gli chiedeva se il governo recepirà la richiesta di Mattarella di uniformare le celebrazioni per le Forze Armate. “Un messaggio importante che credo che il parlamento e il governo debbano guardare con grande attenzione”, ha aggiunto il ministro, convinto che ci siano “le condizioni perché questa raccomandazione, questo invito si trasformi in realtà”.

In Parlamento c’è chi come il dem Emanuele Fiano ha subito fatto autocritica promettendo l’impegno a cambiare la data. La senatrice a vita Liliana Segre, invece, ha fatto invece notare che il 26 gennaio è un giorno vicinissimo alla giornata della memoria per le vittime dell’Olocausto. Insomma l’idea della politica di omaggiare gli Alpini si è trasformata rapidamente in un pasticcio.

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