A circa 400 chilometri dalla Terra anche una guerra devastante come quella tra Russia e Ucraina può sembrare lontana. Lassù nella Stazione spaziale internazionale gli astronauti lavorano in armonia. Da qualche giorno con un comandante russo, Oleg Artemyev della Roscosmos, che ha preso il posto dello statunitense Thomas Mashburn. Il cosmonauta russo aveva esposto nello spazio lo stendardo della Vittoria simbolo della vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista. “Quassù non ci sono divisioni: per tutto l’equipaggio è importante conservare i ponti costruiti finora e le collaborazioni” spiega Samantha Cristoforetti in un collegamento organizzato dalla Nasa per i media americani. L’astronauta italiana dell’Agenzia spaziale europea ha partecipato alla conference call orbitando intorno al pianeta con la collega della Nasa Jessica Watkins. “Ci rendiamo conto di quanto sta accadendo sulla Terra, ma – ha detto Watkins – qui siamo amici e continuiamo a lavorare insieme”.

Per Cristoforetti – che prima che scoppiasse il conflitto a seguito dell’invasione di Mosca il 24 febbraio avrebbe dovuto essere la prima comandante europea – è fondamentale preservare “l’eredità della Stazione Spaziale, basata sul fatto che noi astronauti siamo in grado di lavorare insieme, con la comunità internazionale dietro di noi. In questo momento è più importante che mai preservare la Stazione Spaziale e la nostra attività a bordo”. Lì da questo avamposto pacifico dell’umanità, dove l’obiettivo è di fare ricerca scientifica, l’ingegnera e pilota rispondendo alle domande dei giornalisti sull’annuncio di un ritiro da parte di Mosca dalla gestione dell’Iss ha ribadito: “Non abbiamo divisioni con la Russia qui a bordo. Stati Uniti, Europa, Canada, Giappone e Russia hanno tutti la stessa importanza e siamo consapevoli di quanto la Stazione Spaziale sia importante per tutti i suoi partner”.

La collaborazione sulla Iss vede la Russia al fianco delle agenzie spaziali di Stati Uniti, Europa, Canada e Giappone da anni. Gli astronauti hanno continuato a collaborare ma nei giorni scorsi la Stazione è diventato oggetto della battaglia sulle sanzioni. Con il numero uno di Roscomos, Dimitry Rogozin, che ha annunciato il ritiro dall’impegno di Mosca a causa delle sanzioni. “Ritengo che il ripristino delle normali relazioni tra i partner della Stazione Spaziale Internazionale e altri progetti congiunti sia possibile solo con la completa e incondizionata revoca delle sanzioni” aveva scritto sul suo profilo Twitter.

Rogozin a marzo aveva anche dichiarato che la Russia non avrebbe più potuto assicurare l’arrivo delle navette cargo Progress, che alla stazione orbitale consegnano periodicamente materiali e rifornimenti oltre ad avere il compito fondamentale di accendere periodicamente i loro motori per mantenere la Stazione Spaziale sulla sua orbita corretta. Si tratta di una manovra di routine, necessaria per contrastare il fenomeno del decadimento orbitale, ossia la tendenza dell’orbita della Stazione Spaziale a spostarsi verso il basso. Una manovra di routine che si esegue ogni due o tre mesi e che è stata eseguita l’11 marzo. Attualmente il veicolo russo è l’unico a compiere questa manovra ed è questo il motivo per cui, il primo marzo scorso, la responsabile del Volo umano della Nasa, Kathy Lueders, aveva detto che la Nasa stava considerando la possibilità di utilizzare a questo scopo le sua navette cargo Cygnus: sarebbe, aveva aggiunto, un primo passo verso un’eventuale indipendenza dalla Russia, nel caso questo Paese decidesse di abbandonare le attività a bordo della Stazione Spaziale.

Oggi intanto è avvenuto il recupero della nave Shannon della SpaceX che ha riportato sulla Terra gli astronauti che hanno lasciato il campo alla missione Minerva- Il primo a uscire è stato il comandante della missione Crew-3, Raja Chari, della Nasa; quindi è stata la volta di Thomas Marshburn. Come i suoi colleghi, è apparsa in buone condizioni anche la specialista di missione Kayla Barron, anche lei della Nasa. L’ultimo a lasciare la navetta è stato Matthia Maurer dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), che ha concluso la sua prima missione in orbita, chiamata Cosmic Kiss e che nell’ultima settimana a bordo della Stazione Spaziale ha incontrato la sua collega dell’Esa Samantha Cristoforetti: era dal 2011 che due astronauti dell’Esa non si trovavano insieme sulla Iss. Da lì Maurer, in collegamento con Cristoforetti, ha ricordato che la Stazione spaziale internazionale “è sempre stata un posto meraviglioso per la pacifica cooperazione internazionale dove le nazioni si uniscono per fare qualcosa di buono per tutta l’umanità: vorrei che questo simbolo si riflettesse anche sulla Terra e che i leader e i decision makers facessero tornare la nostra bellissima Europa e il nostro bellissimo Pianeta a essere un posto pacifico dove le persone cooperano per il bene dell’umanità”.

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