A Milano per firmare un Patto per il lavoro con Comune e parti sociali, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, non crede all’allarme lanciato dagli ispettori di Inps, Inail e dello stesso Ispettorato nazionale del Lavoro, quell’Inl nato nel 2016 per diventare l’Agenzia unica della vigilanza. Come spiegano gli ispettori dei tre enti a ilfattoquotidiano.it, la materia è talmente vasta che è impossibile padroneggiarla contemporaneamente.

Anzi, “si corre il rischio di fare seri danni alla vita delle persone”. Una sovrapposizione che però non preoccupa il ministro, che ritiene possibile la formazione di ispettori del lavoro preparati su tutte le materie: quella previdenziale, quella assicurativa, quella lavoristica e, con il decreto 146/2021, anche quella relativa a sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Ma non è tutto. Mentre gli ispettori di Inps e Inail sono stati inseriti nel ruolo ad esaurimento, che ha già decimato gli organici e impedisce di assumere per sostituire chi va in pensione, le nuove leve che verranno assunte quest’anno all’Ispettorato nazionale del lavoro possono accedere al bando con una qualunque laurea triennale, e se supereranno il test a crocette diventeranno ispettori tecnici del lavoro. “È vero, ma poi vengono inquadrati con percorsi di carattere formativo che ritengo possano dare una risposta”. A voler essere ottimisti e concordi col ministro, rimane un problema: gli affiancamenti degli ispettori Inail ai colleghi Inl non hanno ancora dato frutti, raccontano gli interessati, e quelli Inps non sono nemmeno partiti. Ma nel frattempo gli organici si sono ridotti e all’Italia si sta consegnando una vigilanza meno qualificata, meno competente, e soprattutto meno specializzata. Perché? “Intanto perché c’è una legge e finché non la si cambia il ministro deve farla rispettare”, risponde Orlando. Va detto che la legge è quella inserita nel Jobs Act del governo Renzi nel 2015, e che Orlando faceva parte anche di quel governo.

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Sicurezza sul lavoro, l’allarme degli ispettori di Inps, Inail e Inl: “Pochi e sempre meno specializzati, così lo Stato ha scelto di diventare debole di fronte all’illegalità”

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