“Sono Makar. Ho 7 anni. Questa è casa mia. Grazie ai ‘salvatori dalla Russia‘ per aver fatto questo”. Makar cammina tra le macerie e mentre parla si sentono degli spari in sottofondo, uno un po’ più forte tanto che la mamma lo invita ad avvicinarsi alla telecamera mentre lui ha un piccolo sussulto. Sembra timido ma poi prende il via quando mostra quel che resta della sua casa, con ampi gesti delle braccia. Makar vive a Mariupol e cammina tra le macerie della sua casa. Le finestre non ci sono più, così come i pavimenti, la casa è stata completamente distrutta dai bombardamenti russi. E il bambino ironizza sull’operazione speciale lanciata da Mosca, secondo la propaganda, per liberare gli ucraini. “Grazie tanto ‘salvatori arrivati dalla Russia’”, dice indicando con la mano quel che resta del soggiorno della sua casa.

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