Alta tensione tra Mosca e l’Occidente intorno al conflitto in Ucraina. Mentre si moltiplicano gli appelli del presidente ucraino Volodymyr Zelensky per ottenere altri aiuti militari, le sanzioni adottate dalla Gran Bretagna nei confronti della Russia hanno spinto il Cremlino a vietare l’ingresso nel Paese al premier britannico Boris Johnson e a vari membri chiave del suo gabinetto, tra cui il segretario alla Giustizia Dominic Raab, i segretari degli Esteri e della Difesa Liz Truss e Ben Wallace e l’ex premier Theresa May. Una mossa, fa sapere il ministero degli Esteri russo, adottata a causa “azioni ostili senza precedenti del governo britannico, espresse, in particolare, nell’imposizione di sanzioni contro alti funzionari della Federazione russa”. “Questo passo è stato compiuto in risposta alla sfrenata campagna informativa e politica di Londra volta a isolare la Russia a livello internazionale, creare le condizioni per contenere il nostro Paese e strangolare l’economia interna”, riferisce ancora il dicastero di Sergei Lavrov, anticipando che nel prossimo futuro l’elenco verrà ampliato per comprendere politici e parlamentari britannici che “contribuiscono a fomentare l’isteria anti-russa”.

La Gran Bretagna, peraltro, nelle ultime due settimane ha anche inviato forze speciali a Kiev per addestrare i militari ucraini nell’impiego di alcuni tipi di armi forniti da Londra, in particolare i razzi anti-carro portatili Nlaw, che si sono rivelati una delle armi più efficaci nel conrastare l’avanzata russa. Lo riferisce il Times citando fonti dell’esercito ucraino: ufficiali di due battaglioni di stanza nella capitale e nella regione circostante hanno detto di avere seguito due corsi di addestramento impartiti dai loro colleghi britannici, uno la settimana scorsa e uno in quella precedente. Se la notizia fosse confermata si tratterebbe della prima volta che viene registrata la presenza in Ucraina di truppe di Paesi Nato. Gli Usa e la Gran Bretagna avevano ritirato i loro consiglieri militari prima dell’invasione russa, temendo un eventuale scontro diretto dalle conseguenze imprevedibili.

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