Un pacchetto di misure energetiche per ridurre la dipendenza della Germania dai combustibili fossili russi e raggiungere più in fretta l’abbassamento del riscaldamento climatico. Le misure, elaborate dal ministro per l’Economia e il Clima, il verde Robert Habeck, sono contenute in un dossier di 500 pagine, dal titolo “Provvedimenti energetici di Pasqua”, così chiamato perché siglato prima delle festività. Il ministro già a gennaio aveva segnalato come la Germania debba triplicare la velocità nella riduzione delle emissioni di CO2. La nuova legge sulle energie rinnovabili coniuga ora lo sviluppo di terminal per il gas liquido nel Nord del Paese con facilitazioni per lo sviluppo delle tecnologie ad idrogeno, prevede il raddoppio delle superfici destinate ad impianti eolici ed incentivi per il fotovoltaico. “Procediamo nello sviluppo delle energie rinnovabili, miglioriamo le reti e diverremo indipendenti dalle energie fossili” ha dichiarato al Parlamento il cancelliere Olaf Scholz.

Con la guerra all’Ucraina la rivoluzione energetica è d’altronde più urgente che mai e le fonti rinnovabili devono sostituire rapidamente l’importazione di combustibili fossili dalla Russia. Questo è lo spirito: “Uniti ce la facciamo a fermare la guerra, insieme danneggiamo Putin e uniti diventiamo indipendenti dalle energie fossili, questo è patriottismo ecologico” aveva detto lo stesso Habeck. Stessa enfasi del ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, che però sull’introduzione di un limite di velocità sulle autostrade (che farebbe risparmiare petrolio) non è mai stato affatto in linea con Habeck: “Vogliamo diventare più indipendenti nei rifornimenti energetici: parlo di energia di libertà”.

I traguardi del governo sono ambiziosi: la quota di rinnovabili, che nel 2021 è stata appena del 42 per cento circa, dev’essere praticamente raddoppiata e raggiungere l’80 per cento del fabbisogno entro il 2030 e questo con un previsto aumento delle necessità derivante da più auto elettriche e pompe di calore per il riscaldamento. Nel 2035 la Germania dovrebbe poi approvvigionarsi quasi esclusivamente da fonti rinnovabili. Sono perciò del tutto in linea l’approvazione del miglioramento degli incentivi per l’impiego di pannelli fotovoltaici sui tetti, nuove superfici per parchi eolici in mare, tempi più rapidi per le concessioni per gli impianti a terra dove per consentire costruzioni più ravvicinate, saranno anche modificati o smantellati impianti tecnici per la sicurezza di volo e radar metereologici.

Habeck e la ministra dell’Ambiente Steffi Lemke hanno trovato un’intesa anche su come si possono coniugare le pale eoliche e la tutela dei volatili, un tema che era molto dibattuto tra gli ambientalisti. Dovrà esserci uno standard nazionale di verifiche della tutela degli uccelli in cova nelle procedure di concessione. La legge di tutela del patrimonio naturale sarà ampliata con una lista delle specie che fanno la cova in Germania per cui le pale comporterebbero un rischio di collisioni, stabilendo zone vietate e distanze definite, con una zona aggiuntiva di controllo, dalle aree di cova. Al contempo i parchi eolici potranno tuttavia sorgere in futuro anche in molte aree a protezione ambientale. “Credo che ci sia riuscito di sciogliere i nodi” ha detto Habeck.

Non fa però ancora parte del pacchetto la devoluzione di una quota minima del 2% del territorio alla loro installazione, prevista nel contratto di coalizione, anche se il governo potrebbe ancora imporla cambiando le norme edilizie. Sono necessarie trattative con i Länder ed in gennaio Habeck si era già scontrato con le resistenze della Baviera che dal 2014 ha una propria legge che prevede una distanza minima delle pale eoliche dalle zone abitate pari ad almeno 10 volte la loro altezza. Il governatore Markus Söder (Csu) si era detto disponibile ad ammettere eccezioni nei boschi demaniali dietro un miglioramento delle reti – il cosiddetto repowering – impegnandosi a presentare delle proposte entro il mese appena concluso per almeno 500 pale eoliche.

Anche l’aggravio dei costi di trasformazione per un rapido passaggio dal riscaldamento a gas a quello con pompe di calore non sarà pacifico. Il capogruppo dei liberali della Fdp Johannes Vogel ha già messo le mani avanti: “La rapidità non deve andare a discapito della realizzabilità – ha detto – Nel procedimento parlamentare dovremo ancora discutere molti dettagli”. Accordo c’è invece sull’abbattimento da luglio delle accise sulle energie rinnovabili per sgravare i cittadini dai rincari energetici conseguenti alla guerra, assicurando in parallelo il finanziamento dello sviluppo di impianti solari ed eolici col bilancio statale. I consumatori saranno tutelati meglio anche da futuri fallimenti delle società erogatrici e da sbalzi dei prezzi.

Resta il rifiuto tedesco di fermare subito tutto l’import di gas russo. Più di un terzo è necessario per i processi industriali e la Germania non vi può rinunciare di colpo. Un esempio vale a chiarire la complessità del problema: un altoforno usa gas per fondere vetro e produrre parabrezza e se si ferma si blocca la costruzione di autoveicoli e tutto l’indotto. Più raggiungibile la rinuncia al carbon fossile in corso di decisione Ue, dal quale la Germania dipende in misura più limitata, anche se la coalizione prevedeva di arrivarci in via progressiva solo entro il 2030.

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