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Ultimo aggiornamento: 20:19 del 30 Marzo 2022

“Sei uno dei tanti che lavorano per Putin”: ora per Rampini perfino il direttore di “Avvenire” Tarquinio è filo-Cremlino. Lo scontro su La7

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Scontro rovente a “L’aria che tira” (La7) tra il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, e il giornalista del Corriere della Sera, Federico Rampini, sull’aumento delle spese militari e sulla guerra Russia-Ucraina. Secondo Rampini, che critica ferocemente la posizione di Giuseppe Conte definendola “legata a giochetti politici vergognosi”, le spese militari italiane vanno assolutamente aumentate, perché le nostre forze armate sono totalmente inadeguate in questa situazione di emergenza.

Dissente Tarquinio, che osserva: “A me viene da sorridere, perché se sono pochi 330 miliardi di dollari (spesa complessiva per armi degli Stati europei della Nato, ndr), allora non ho capito niente di economia. E credo di capirne un po’, almeno quanto Rampini. Ma questo lo capiscono soprattutto gli italiani: spendere meglio non significa spendere di più”.

Il direttore di Avvenire aggiunge: “A mio avviso, uno sconfitto potenziale è la Russia di Putin, che raccoglierà i cocci di questa guerra di aggressione insensata che ha scatenato, perché le sanzioni non fanno meno male dei bombardamenti. Le sanzioni economiche sono come i bombardamenti: non piegano i regimi, ma piegano i popoli. E lo dice tutta la storia della seconda metà del Novecento, quando le abbiamo applicate: dall’Iraq alla Siria a Cuba“.

Rampini insorge: “Ha messo sullo stesso piano le sanzioni economiche e i bombardamenti. Ma stiamo scherzando? Questa è un’offesa vergognosa alle madri dei bambini uccisi. Questa è una cosa ignobile che si è permesso di dire e che rivela da che parte sta lei. È uno dei tanti che lavorano per Putin. Questo è il suicidio dell’Occidente: siamo pieni di gente che non vuole aprire gli occhi davanti al vero pericolo”.

Tarquinio risponde: “Io non amo le risse verbali, né gli insulti, come quelli che ha formulato Rampini dando dell’ignobile a me e alla mia posizione. Evidentemente Rampini è uno che scrive, ma non legge. E non conosce la storia del giornale che dirigo, né la mia storia personale di 41 anni di giornalismo, altrimenti non si sarebbe mai permesso di dire le cose che ha detto. Però ognuno è responsabile di ciò che dice e di ciò che fa. E la faccia ce la mette. Io ci metto la faccia da 41 anni e tutti sanno le campagne informative che abbiamo fatto sulla Russia di Putin”.

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