“A me quello che devasta è l’incoscienza generale. Noi pensiamo che questa sia una guerra tra le tante, una di quelle che un giorno comincia e un altro finisce, come quella in Afghanistan o in Siria. E invece si è aperta una epoca di grave instabilità, perché noi siamo nel cuore dell’Europa”. Sono le parole del direttore della rivista di geopolitica Limes, Lucio Caracciolo, che, nella trasmissione “Otto e mezzo” (La7), sottolinea: “Questa guerra ci riguarda molto da vicino e noi vi arriviamo culturalmente impreparati. Non abbiamo mai pensato che nella nostra vita saremmo finiti in una guerra di questo tipo. Abbiamo immaginato che la parentesi della Guerra Fredda, che è in realtà è stata una pace, potesse essere eterna. Ma in realtà era un’eccezione della storia, non la regola”.

Alla domanda su cosa farà Putin se verrà messo all’angolo, Caracciolo riporta un racconto che è solito narrare il presidente russo: “Putin ama raccontare un aneddoto di quando lui era un picchiatore di strada da ragazzo. In una delle sue imprese da vicolo pietroburghese, si è trovato in un angolo con un topo. Lui ha cercato di prenderlo, ma il topo lo ha morso. E Putin diceva: ‘Attenzione a non mettere mai nell’angolo un topo’. Adesso lui si avvicina alla condizione del topo, ma mordere con le armi atomiche è una cosa un po’ diversa rispetto al mordere coi denti di un topo. Quindi – spiega – se questa guerra dovesse continuare ancora per settimane o mesi, cosa che è perfettamente possibile, il rischio è che, pur di non perdere tutto, Putin ricorra anche ad armi non convenzionali. Questo innanzitutto dividerebbe la Nato, perché ci sarebbero reazioni molto diverse tra gli Stati membri. In più, saremmo di fronte a responsabilità che non siamo in grado di gestire”.

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