Svetlana Krakovska è la più importante scienziata del clima in Ucraina e capa della delegazione dei ricercatori ucraini dell’IPCC, il “Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico” che ha prodotto il rapporto sul clima uscito a fine febbraio. Un report passato sotto silenzio a causa della guerra, ma quello che ha denunciato è definitivo: già oggi la temperatura è aumentata di 1,1 gradi centigradi. “La metà della popolazione mondiale già vive gli effetti dei cambiamenti climatici”, dice la scienziata intervistata in esclusiva in collegamento da Kiev da PresaDiretta per la puntata “Guerra al clima” in onda lunedì 21 marzo alle 21.20 su Rai3. “Abbiamo un’ultima opportunità per essere resilienti al clima, ma la finestra per agire è sempre più stretta. E con questa guerra si sta chiudendo”. “Questa è la guerra dei combustibili fossili. L’uomo è responsabile del cambiamento climatico con la combustione di energie fossili come carbone, petrolio, gas”. “Tutti noi dipendiamo dai produttori di energie fossile, come la Russia. E la Russia – aggiunge Krakovska – guadagna tantissimi soldi vendendo il combustibile fossile. Fa davvero rabbia che tutti questi soldi non finiscano nell’innovazione e nello sviluppo del paese, ma nelle armi con le quali ci invadono e ci uccidono”. “I combustibili fossili finanziano la guerra stessa” dice. “E in più sul nostro territorio abbiamo migliaia di mezzi militari alimentati a benzina e diesel, quindi senza tutto questo petrolio la guerra non sarebbe nemmeno possibile”. Svetlana Krakovska, che ha una famiglia e quattro figli, ha rifiutato le offerte per trasferirsi in istituti di ricerca stranieri ed è ancora a Kiev sotto le bombe.

Quanto pesano sugli equilibri del conflitto il nostro ritardo nello sviluppo delle fonti rinnovabili e la nostra dipendenza dall’energia fossile è il tema della puntata di PresaDiretta che analizza le gravissime conseguenze ambientali della guerra in Ucraina e i rischi potenziali delle centrali nucleari cadute nelle mani dell’esercito russo. La geopolitica dei combustibili fossili nel mondo e il piano europeo per la riduzione della dipendenza dal gas russo; il ritardo italiano e gli ostacoli sulla strada delle rinnovabili; gli esempi virtuosi e le testimonianze di chi ci spiega come liberarci dei combustibili fossili in tempi brevissimi. Il clima è fuori controllo e la nuova parola d’ordine – oltre al necessario taglio delle emissioni – è adattamento. PresaDiretta è andata negli Stati Uniti, dove la Florida e la Louisiana combattono contro l’innalzamento del mare lungo le coste e la California contro gli incendi e la mancanza d’acqua. E in Madagascar, dove è in corso la prima carestia al mondo causata dal cambiamento climatico. E infine in Italia dove ci sono molte esperienze positive di adattamento al cambiamento del clima.

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