Negli alberghi e negli appartamenti sequestrati a Cosa Nostra, alla Camorra e alla Ndrangheta, troveranno casa migliaia di profughi che sono scappati in Italia dall’Ucraina percorrendo centinaia e centinaia di chilometri prima di arrivare nel nostro Paese. Ad oggi, secondo i dati del Viminale sarebbero già circa 38mila le persone che sono hanno trovato riparo in Italia: tra questi, ci sarebbero quindicimila bambini che in questi giorni stanno arrivando nelle nostre scuole.

Per dare una risposta all’emergenza casa il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha deciso di mettere in campo l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che nel giro di qualche giorno ha eseguito un censimento per capire quanti di questi beni possono essere dati, chiavi in mano, alle famiglie ucraine.

Il dato emerso – annunciato nei giorni scorsi dal direttore dell’Agenzia, il prefetto Bruno Corda, alla trasmissione Che giorno è su Radio Rai Uno – potrebbe essere di 500 immobili e hotel, tra quelli già assegnati agli enti locali ma non ancora utilizzati e quelli che sono ancora da affidare.

Il prefetto Corda, contattato da ilfattoquotidiano.it, non si sbilancia: “Per ora posso solo dire che la prima rilevazione eseguita è di 283 siti che stiamo verificando uno ad uno per capire in quanto tempo potrebbero essere messi a disposizione”. Impossibile sapere quanti di questi potrebbero essere già assegnati alle famiglie ucraine. Sul numero di quelli nelle mani dei Comuni ma non ancora “aperti”, poi, Corda non dice nulla.

Al ministero dell’Interno si parla di una rapida disponibilità; molti di questi beni hanno bisogno solo dell’allaccio delle utenze ma il prefetto è prudente: “Ci sarà una programmazione delle disponibilità”.

L’idea del ministro è apprezzata anche dal presidente della Commissione antimafia Nicola Morra che non manca, tuttavia, di porre un problema sul tavolo parlando ilfattouotidiano.it: “Normalmente un bene confiscato viene assegnato dopo mesi per non dire anni al richiedente. A fronte di un’emergenza che richiede tempi immediati forse siamo in grado di concedere i beni in tempi rapidi a chi fa richiesta. Gli stessi tempi potrebbero essere usati quando le cooperative fanno richiesta. I beni sottratti alle mafie vanno dati a tutti negli stessi modi che si tratti di ucraini, di africani, di afgani o di italiani”.

Pronta la risposta del direttore dell’Agenzia che non vuole entrare in polemica con Morra ma ci tiene a precisare che “questa è solo un’assegnazione provvisoria. Questi beni fanno parte di un’altra tipologia”.

L’Agenzia diretta da Corda consegnerà, comunque, la lista al ministro Lamorgese al più presto: “Si tratta – ha sottolineato il prefetto parlando in generale dei beni confiscati – di strutture presenti su quasi tutto il territorio nazionale con una concentrazione significativa nella regione siciliana, dove insiste circa un terzo del totale dei beni confiscati”. A Roma, ad esempio, sono 21 gli immobili già a diposizione per un totale di ottanta posti che saranno destinati ai profughi ucraini.

“L’idea è nata ed è stata sperimentata efficacemente – ha sottolineato il prefetto Corda – durante l’emergenza pandemica con l’utilizzo di molte strutture in gestione all’Agenzia destinate all’ospitalità di pazienti Covid”. Un esempio: l’hotel San Paolo a Palermo.

Il ministro dell’Interno ora punta ad accogliere migliaia di profughi ucraini nei beni sottratti alla criminalità organizzata: “È massimo – ha detto Lamorgese – il nostro impegno per dare risposte concrete a chi fugge dal teatro di guerra e soprattutto alle persone più fragili, come donne e bambini”.

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