Andrey Panov, vicedirettore di Aeroflot – la più grande compagnia area russa– si è dimesso oggi dall’incarico e al momento si trova all’estero: “Abbiamo lasciato la Russia. Ho lasciato l’Aeroflot. La vecchia vita è finita“, ha scritto su Facebook. Lavorava come vicedirettore per la strategia, i servizi, il marketing di Aeroflot dal 2018. Dopo che le sanzioni europee lo hanno preso di mira personalmente, ha lasciato la guida della compagnia Mikhail Poluboyarinov, capo dell’Aeroflot: ad annunciare le dimissioni dei dirigenti è l’agenzia di stampa russa Interfax, che ha aggiunto che a prendere il posto di Panov sarà Sergey Alexandrovsky, ex capo di Rossiya.

Le sanzioni europee mirano a provocare gravi conseguenze economiche sulla flotta di Aeroflot e Pobeda – linea low cost legata ad Aeroflot, composta quasi esclusivamente da velivoli di Airbus e Boeing: è stato impedito alla compagnia di ricevere aerei e pezzi di ricambio, di usufruire dei servizi di manutenzione, assicurazione o di leasing. Oltre a Panov e a Poluboyarinov si è dimesso Andrei Kalmykov, capo della Pobeda.

Il governo di Mosca sembrerebbe affrontare difficoltà su più fronti: oltre ai cambi dirigenziali delle più grandi società del paese, alle dimissioni di manager e professionisti e alle recenti tensioni tra Putin e i servizi segreti, oggi i servizi d’intelligence ucraini dichiarano su Telegram che, vicino a Odessa, circa 600 marinai si sarebbero ribellati e rifiutati di sbarcare “perché hanno capito cosa sta succedendo”. Per le fonti ucraine, il morale dei soldati russi sarebbe molto basso, perché le autorità di Mosca applicherebbero una “repressione stalinista, con plotoni di esecuzione nelle retrovie per fucilare chi tenta di disertare per tornare a casa”.

In foto: Vladimir Putin visita la scuola di aviazione Aeroflot fuori Mosca, il 5 marzo 2022.

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