Si è spenta nella chiesa parrocchiale… la caldaia. L’annuncio funebre, con tanto di ironica comunicazione, porta la firma di don Massimiliano Camporese, parroco di Castelvetro, centro di 5mila anime alle porte di Cremona, sulla sponda piacentina del fiume Po. “Ad esequie avvenute si annuncia che il 13 gennaio, serenamente…”, recita l’incipit del “triste” annuncio dato da arciprete, consiglio per gli affari economici, consiglio pastorale, asilo e da tutti coloro che hanno usufruito dei servigi della caldaia. La chiusa: “Non fiori, opere di bene o cronistorie sulla sua vita/manutenzione, ma fattivo, tangibile e concreto impegno nell’acquisto e posa della succeditrice”.

Un guasto all’impianto di riscaldamento, quello occorso alla parrocchia di Croce Santo Spirito, che si è rivelato più grave del previsto, con una spesa necessaria per la sostituzione tra i 30-40mila euro. “La caldaia ha fatto la sua vita e la sua carriera”, racconta don Massimiliano a Ilfattoquotidiano.it. Un onorato servizio lungo quasi 50 anni. “Ha ‘vissuto’ 47 anni, poi all’improvviso s’è rotta. Come la morte: si sa che deve arrivare, ma non sappiamo quando”. E i parrocchiani si stanno muovendo: tanti i complimenti arrivati per come è stato comunicato il “decesso” della “povera” caldaia, ma è arrivata anche “una telefonata per chiedermi l’iban della parrocchia”, confida il sacerdote. “Inoltre un’azienda ci sta preparando un preventivo particolarmente vantaggioso”.

Don Massimiliano non dimentica però l’importanza di raccogliere fondi anche per la guerra in Ucraina: “Abbiamo già avviato una raccolta fondi da consegnare alla diocesi per gestire l’accoglienza dei profughi”. E va oltre: “Ho una canonica grande, possiamo metterne a disposizione una parte per accogliere tre/quattro mamme con figli. Finora non abbiamo ancora avuto richieste, anche per colpa di una burocrazia che frena e complica tutto. Tuttavia è bene si sappia che noi ci siamo e nel nostro piccolo ci stiamo attivando”. Carità che si accompagna al sacrificio. “Non basta inviare denaro in Ucraina: il sacrificio cristiano diventa vera carità quando ci si impegna in modo fattivo accogliendo chi scappa dalle bombe”. E quanto al riscaldamento: “Speriamo in una veloce riparazione, altrimenti nessuna tragedia. La precedenza va data ai vivi, ai bisognosi”.

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