Oltre 4000 chilometri in quattro giorni. Andata e ritorno da Cremona a Siret, distretto di Suceava, in Romania, due chilometri dal confine con l’Ucraina. Fabio Fasanini e Angela Irichuk, sposati da un anno, lui cremonese, lei ucraina (da quattro anni in Italia, da due a Cremona) sono partiti lunedì sera dalla città del Torrazzo per riportare in Italia quattro parenti (la nuora di Angela e i tre nipoti) e tre persone conosciute laggiù: una mamma del Donbass con il figlio neonato, accompagnati a Bratislava, Slovacchia (“abbiamo fatto una piccola deviazione”, afferma sorridendo Fabio), e una ragazza portata a Varese dai genitori.

Una storia di generosità quella che ha per protagonisti i coniugi Fasanini. Ma anche di disperazione, per una mamma, Angela, che non è riuscita a convincere la figlia Alina e la nipotina Eugenia a tornare in Italia. “Ho provato a parlarle in tutti i modi, ma Alina ha voluto restare laggiù a resistere con i suoi compatrioti”, dice Angela tra le lacrime. Alina ed Eugenia vivono nella città di Cernivci, nella regione occidentale del Paese. Angela piange: “Ho paura non solo per la mia bambina, ma per tutta l’Ucraina, per l’Italia, per tutto il mondo”. E aggiunge: “In questa brutta e inutile guerra anche ora mentre parliamo muoiono tante persone, tanti bambini”. Fabio e Angela li abbiamo incontrati mentre erano in coda all’ufficio immigrazione della questura di Cremona, in attesa di chiedere il permesso di soggiorno destinato ai profughi per i parenti ucraini riportati in Italia. Richiesta effettuata, ora sono in attesa del documento che dia ai loro cari, finalmente, un po’ di tranquillità.

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