I colossi scandinavi Ikea e H&M, rispettivamente attivi nel retail dell’arredamento e dell’abbigliamento, hanno deciso di chiudere i negozi e gli store in Russia. Hanno deciso di muoversi, in una specie di marcia indietro, in seguito alle proteste degli scorsi giorni nei quali, a differenza di altri marchi, aveva continuato ad avere aperte le proprie attività. Il primo a muoversi è stato il gruppo H&M che ha annunciato una sospensione “temporanea” delle vendite nel Paese, il sesto mercato per importanza, dicendosi “preoccupato per i tragici sviluppi in Ucraina” ed esprimendo “vicinanza a tutte le persone che stanno soffrendo”.

Quindi da Stoccolma è arrivata la comunicazione di Ikea che ferma da subito le sue attività non solo in Russia ma anche in Bielorussia, annunciando assieme alla sua fondazione una donazione per oltre 400 milioni di corone svedesi (circa 37 milioni di euro) per aiutare coloro quanti sono stati costretti a fuggire a causa dell’aggressione russa all’Ucraina. Restano invece aperti gli store di Mega, catena di distribuzione di prodotti alimentari sempre della galassia Ikea.

Non si tratta delle uniche multinazionali che si sono mosse nelle ultime ore. Il mercato dell’auto, dopo diverse defezioni già nel week end, ha visto ingrossarsi il bacino di coloro che fermano la produzione in Russia. Anche Volkswagen ha deciso infatti di chiudere i siti. Da Wolfsburg hanno fatto sapere che “a causa della guerra il presidio del gruppo ha deciso di fermare la produzione di veicoli”. Anche le esportazioni “verranno stoppate a partire da subito”.

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