Quattro centrali, 15 reattori nucleari. Più Chernobyl, che la conoscono tutti: non è più attiva, ma il suo nome riporta a una delle tragedie più grandi degli ultimi decenni. Zaporizhzhia invece iniziano a conoscerla in molti: è la centrale nucleare più grande d’Europa, con i suoi sei reattori VVER1000, i più grandi. Si trova vicino a Enerhodar, località nota perché in queste ore è teatro della manifestazione di resistenza forse più emblematica della guerra di Putin in Ucraina: centinaia, se non migliaia di persone a occupare la strada che porta alla centrale, per cercare (invano) di bloccare l’armata di Putin. Iniziativa che non ha fermato gli scontri, ancor più pericolosi proprio perché vicini alla struttura. In giornata in carri armati russi sono entrati in città e hanno sparato: la centrale è destinata ad essere occupata. Come Chernobyl, in mano alle truppe di Mosca già da giorni. Due storie diverse, un’unica preoccupazione, ben testimoniata dall’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica: cosa può accadere se un reattore viene colpito?

Perché oltre a Chernobyl e Zaporizhzhia, ci sono anche altre centrali nell’area di guerra: sono 4 in tutto, 15 reattori (compresi quelli di Enerhodar), tutti di vecchia generazione, tutti a breve distanza dalle città. Sono state progettate nell’ex Unione Sovietica e nessuna rispetta gli standard di sicurezza attualmente in vigore in Europa. Fatto sta che forniscono all’Ucraina metà dell’elettricità di cui ha bisogno e necessitano di continua manutenzione oltre che di essere costantemente allacciate alla rete elettrica per consentire il raffreddamento dei reattori: se questo non dovesse accadere, se le strutture fossero bombardate, si rischierebbe il disastro atomico. La “situazione è molto delicata” al momento e “tutto può accadere” ha detto il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Nucleare, Rafel Mariano Grossi, in un’intervista a Bloomberg Tv, commentando la notizia che i russi controllano la zona vicina a Zaporizhzhia. Le parole di Grossi dopo quelle dell’Autorità di regolazione e sicurezza per il nucleare dell’Ucraina, che ha richiesto aiuto all’Aiea per garantire la sicurezza della centrale di Chernobyl e di altri impianti. “La sicurezza degli impianti nucleari, del materiale nucleare e di altro materiale radioattivo in Ucraina non deve in nessun caso essere messa in pericolo” ha osservato Grossi durante la riunione del consiglio che aveva al centro della discussione proprio la sicurezza nucleare in Ucraina. “Le tre funzioni principali dei sistemi di sicurezza (contenimento, controllo e raffreddamento) devono continuare normalmente. L’integrità fisica degli impianti, che si tratti di reattori, bacini di rifornimento o depositi di rifiuti radioattivi, deve essere mantenuta – ha continuato Grossi – Tutti i sistemi e le apparecchiature di sicurezza e protezione devono essere sempre perfettamente funzionanti. Il personale operativo deve essere in grado di adempiere ai propri doveri di sicurezza e protezione e avere la capacità di prendere decisioni senza indebite pressioni. Devono esserci – è la conclusione del numero uno dell’Aiea – efficaci sistemi di monitoraggio delle radiazioni e misure di preparazione e risposta alle emergenze. E devono esserci comunicazioni affidabili con l’Autorità di regolamentazione“.

Sulla stessa linea anche James Acton, del Nuclear Policy Program del Carnegie Endowment for International Peace: l’esperto ha detto di essere più preoccupato per le quattro centrali in funzione che non per Chernobyl, perché se venissero colpiti i 15 reattori nucleari verrebbero rilasciate radiazioni più forti di quelle generate da Chernobyl. E in caso di attacco bisognerebbe anche capire se il personale addetto alla manutenzione continuerebbe ad andare al lavoro, con tutti i problemi che ne conseguirebbero in caso di risposta negativa. Come detto, le centrali devono essere costantemente allacciate alla rete elettrica, che serve a raffreddare il combustile nucleare esaurito che si trova nelle vasche di stoccaggio. Se questo materiale si surriscaldasse, il rischio di incendio o di fusione è altissimo.

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Il nucleare per diversificare le nostre fonti di energia? Una scelta sbagliata. Parola di Nobel

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