Davanti all’estrema incertezza legata all’evoluzione della crisi ucraina, Bruxelles rinvia la discussione sulla riattivazione del patto di stabilità e lascia che i Paesi allarghino i cordoni della borsa. Oltre a preparare “risposte straordinarie” a livello Ue che dovrebbero essere annunciate la prossima settimana: “Non si tratta di cambiare Next Generation Eu, ma di rafforzare la risposta comune”, ha spiegato il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, in conferenza stampa a Bruxelles. Questo perché le sanzioni alla Russia “avranno un costo, oggi difficile da immaginare”, anche per l’Unione, come ha sottolineato il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. “La crescita continuerà ma rallenterà, ma si tratta di un prezzo da pagare per difendere la democrazia“.

La prima conseguenza è che “avremo un’ulteriore valutazione sulla prevista disattivazione della clausola generale di salvaguardia (quella che ha sospeso il Patto di Stabilità fino a tutto il 2022, ndr) sulla base delle nostre previsioni di primavera”. E, viste le circostanze, “non proporremo di aprire nuove procedure di indebitamento eccessivo in primavera”, ha garantito Gentiloni. La regola del debito, che prevede per i Paesi con un debito pubblico al di sopra del 60% del Pil una riduzione annua del debito nella misura di un ventesimo della quota eccedente il 60% non sarà dunque applicata. Come del resto non è mai accaduto finora. La draconiana norma, sempre rimasta sulla carta, è tra le regole in corso di rivalutazione da parte dei Paesi Ue.

Dalla Commissione europea sono anche arrivate indicazioni sulla messa a punto di contromisure, nell’ambito di piani di emergenza, per fare fronte alle conseguenze della crisi ucraina sul fronte dell’energia e su quello dell’agricoltura. Allo studio, tra le varie ipotesi, il ricorso a una maggiore flessibilità per la concessione di aiuti di Stato e la costituzione di un fondo per compensare il caro energia che sta colpendo imprese e consumatori.

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