Dopo due anni dalla chiusura delle scuole a causa del Covid arrivano le linee guida sugli impianti di aerazione a scuola. Con un emendamento dell’ultima ora (proposto dal Partito democratico) al decreto Milleproroghe, votato nelle commissioni di Montecitorio e Palazzo Madama, è stato inserito nelle “misure per il contenimento della diffusione dell’epidemia” un testo di poche righe che cita: “Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della salute, di concerto con il ministro dell’istruzione, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definiti le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e gli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici”.

Tradotto: i dirigenti scolatici e i Comuni avranno in mano un documento che sarà utile nella scelta degli impianti e a definire chi fa cosa. La novità è arrivata in Parlamento per volontà del comitato nazionale “Idea Scuola” (2200 docenti; 30mila famiglie) che attraverso l’architetta e docente Mila Spicola, è riuscito a ottenere un risultato all’ultimo momento. “Si tratta di un tema che da due anni vede tutti noi – ­ spiega la vicepresidente Stefania Sambataro – impegnati in attività di comunicazione e informazione sulla trasmissione via aerosol del Coronavirus, modalità di contagio solo tardivamente riconosciuta dall’organizzazione mondiale della sanità. Da allora poco o nulla è stato fatto per la mitigazione del rischio contagio indoor via aerosol negli ambienti di vita e di lavoro ed in particolare nelle aule scolastiche, nonostante i numerosi appelli alle Istituzioni fatti da esperti in materia, anche a livello internazionale”.

Ora tutto è nelle mani del governo. Le linee guida, possono essere uno strumento utile per i presidi e per i Comuni. “È vero che i contagi sono in fase calante, ma non dimentichiamo che lasciamo alle spalle un mese di gennaio con un elevato numero di ricoveri pediatrici (oltre 2.000 tra 0 e 9 anni di età e circa 1.000 tra i 10 e 19 anni) e ben cinque decessi nelle ultime due settimane su un totale di 46 da inizio pandemia. La nuova norma – dice Spicola – se attuata pienamente e correttamente consentirà di ritornare in presenza a tanti alunni fragili che oggi sono costretti a restare a casa”.

Finora in Italia, proprio a causa della mancanza di linee guida e per una scarsa sensibilizzazione sono poche le realtà che hanno installato questi impianti e l’hanno fatto attraverso una serie di sperimentazioni. Uno dei primi a mettersi all’opera è stato Alfonso D’Ambrosio, fisico, dirigente del comprensivo di Lhozzo Atestino composto da nove plessi con 660 alunni e un centinaio di docenti. L’amministrazione comunale di Lozzo, grazie ai fondi europei, già dal 2018 ha investito sugli impianti a ventilazione meccanica dotati di due ventilatori per immettere ed estrarre l’aria. Uno scambiatore di calore a flussi incrociati recupera l’energia contenuta nell’aria estratta e la cede all’aria immessa. Inoltre può essere gestita la temperatura. In una classe di cinquanta metri quadrati e tre metri di altezza l’impianto riesce a gestire un ricambio d’aria fino a cinque mila metri cubi per ora.

D’Ambrosio, nel maggio 2020, ha acquistato anche due purificatori, 800 euro di spesa totale ma erano privi della certificazione Covid. Poco dopo ha testato sei impianti a raggi UV di tipo C. Scegliere l’impianto giusto è l’impresa più difficile. L’unico documento ufficiale sono le “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie” dell’Istituto superiore di Sanità pubblicate nel dicembre del 2021. Un rapporto che non è stato diffuso ai presidi ma è l’unico atto che illustra un vademecum sull’aerazione degli ambienti.

Non solo. Sulla questione degli impianti di aerazione nei mesi scorsi era nato anche uno scontro tra Comuni e presidi e tra dirigenti e ministro dell’Istruzione. “Si potranno acquistare strumenti per l’aerazione” c’era scritto nel Decreto sostegni bis per garantire l’avvio dell’anno 2021/2022 in sicurezza. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ne aveva parlato come la panacea per la scuola. Il problema è che nessuno ha pensato di realizzarli. I presidi fino ad oggi hanno scaricato la questione sui Comuni e l’Anci, l’associazione nazionale comuni italiani aveva risposto con un’alzata di spalle: “Se hanno dato i finanziamenti ai dirigenti scolastici significa che compete a loro fare questi interventi”, dice il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari.

Parole alle quali aveva replicato il numero uno dell’Anp Antonello Giannelli: “Va detto con franchezza che un lavoro di questo tipo è di competenza degli enti locali non può essere fatto da noi. La maggior parte delle scuole continua a tenere aperta la finestra”. Una polemica non finita lì. Qualche mese più tardi il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervistato da “Il Corriere della Sera” ha puntato il dito contro i dirigenti.

Rispondendo all’accusa che sugli impianti di purificazione dell’aria il governo non si era fatto nulla, il professore ferrarese spiegava: “Sono state stanziate cifre rilevanti per affrontare la crisi sanitaria. La maggior parte delle risorse è andata alle scuole che hanno potuto scegliere come indirizzarle, per impianti di aerazione, mascherine, sanificazioni o interventi di edilizia leggera, nel rispetto dell’autonomia”.

Dichiarazioni smentite da Giannelli: “È ben noto che la Legge 23/1996 attribuisce la competenza a installare qualsivoglia impianto nelle scuole esclusivamente agli enti locali, non certo alle istituzioni scolastiche. Inoltre, la norma che elenca con precisione le destinazioni di spesa di quei 350 milioni è il comma 4-bis dell’articolo 58 del Decreto-Legge 73/2021 che non menziona tali impianti, né potrebbe farlo”.

Ora con questo emendamento dovrebbe essere fatto un po’ d’ordine. Secondo Mila Spicola se parliamo di dispositivi di purificazione mobili è un acquisto che può fare il dirigente scolastico, ma sentiti dei tecnici impiantisti, perché come detto prima può acquistare anche dispositivi non adatti. Si comprano e si attacca la presa. Non necessitano lavori murari. “Nel caso di impianti di ventilazione meccanica controllata – continua l’architetto – invece si tratta di interventi più complessi che riguardano l’intero involucro edilizio e possono esserci opere murarie o negli infissi, in quel caso è competenza comunale. Per quel che riguarda la fattibilità tecnica in qualunque edificio, anche quelli realizzati parecchi anni fa: anche in questo caso se si tratta di dispositivi mobili – purificatori, aeratori – basta la presa elettrica”.

La professoressa Spicola, scrittrice e in passato consulente in viale Trastevere, ha dato una mano al governo: “Nonostante quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo con la pandemia, la qualità dell’aria non è nemmeno nominata nei bandi emanati del Pnrr. Si tratta di una grave lacuna che può essere sanata, inserendo l’indoor air quality tra le condizioni abilitanti negli interventi di adeguamento e riqualificazione energetica degli edifici scolastici esistenti e in quelli da costruire ex novo”.

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