La diplomazia vaticana al lavoro per arginare la crisi in Ucraina. Dopo due settimane di silenzio nonostante l’escalation delle tensioni con la Russia, proprio per consentire alla Segreteria di Stato della Santa Sede di intensificare i contatti riservati, Papa Francesco ha rivolto il suo appello di pace. Bergoglio, come si attendeva, lo ha fatto al termine dell’udienza generale in Aula Paolo VI, con parole calibrate attentamente insieme ai suoi più stretti collaboratori. Un invito alla preghiera e al digiuno per il 2 marzo, nel giorno in cui la Chiesa cattolica inizia la Quaresima, i quaranta giorni di preparazione alla Pasqua, rimanendo equidistante dai diversi attori della crisi e così promuovendosi come uomo di mediazione per la sua soluzione. “Ho un grande dolore nel cuore – ha affermato il Papa – per il peggioramento della situazione nell’Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente, in tutto il mondo, sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte”.

Da qui, l’invito di Francesco: “Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche, perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Dio della pace e non della guerra; che è padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici. Prego tutte le parti coinvolte perché si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale. E ora vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare del prossimo 2 marzo, mercoledì delle ceneri, una Giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra”.

Domenica, il 27 febbraio, il Papa sarà a Firenze per concludere l’incontro dei vescovi e sindaci del Mediterraneo organizzato dalla Conferenza episcopale italiana. Sarà un’ulteriore occasione per rinnovare il suo appello di pace. Bergoglio, modificando il programma ufficiale della visita già pubblicato, ha inserito un faccia a faccia con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il primo dopo la rielezione al Quirinale. Il capo dello Stato, infatti, come era avvenuto con l’analogo incontro ecclesiale che si tenne nel febbraio 2020 a Bari, parteciperà alla celebrazione che Francesco presiederà nella Basilica di Santa Croce prima di far rientro in Vaticano. La crisi in Ucraina sarà al centro del confronto con il Papa, determinato a fare tutto il possibile per evitare il conflitto.

Proprio in vista dell’incontro di Firenze, anche la Cei ha fatto sentire la propria voce: “Quanto sta accadendo al confine tra Ucraina e Russia preoccupa il mondo intero. Il rischio concreto di una guerra, o anche solo l’ipotesi che si possa scatenare un conflitto, turba gli animi, scuote le coscienze, aggiunge preoccupazioni alle tante che l’umanità sta già vivendo per la pandemia e per le altre ‘pandemie’ che attraversano il pianeta: povertà, malattie, mancanza di istruzione, conflitti locali e regionali. È responsabilità di tutti, a cominciare dalle sedi politiche nazionali e internazionali, non solo scongiurare il ricorso alle armi, ma anche evitare ogni discorso di odio, ogni riferimento alla violenza, ogni forma di nazionalismo che porti al conflitto. Non c’è più posto per le armi nella storia dell’umanità”.

Per i vescovi italiani “i popoli sono chiamati a convivere in pace. La cooperazione e il dialogo, accompagnati dalla diplomazia, siano regola e stile delle relazioni internazionali”. Con un “appello alle comuni radici nella fede cristiana, che è messaggio di pace, affinché nel Vecchio Continente ci sia sempre convivenza rispettosa, collaborazione sul piano economico, rispetto e dialogo duraturi. La pace è un bene prezioso al quale l’umanità non può e non deve mai rinunciare. Invochiamo il Signore nostro Gesù Cristo, principe della pace, e la Vergine Santissima, particolarmente venerata in Ucraina nella Basilica della Madre di Dio di Zarvanytsia, perché sia risparmiato un terribile flagello. Invitiamo tutte le Chiese d’Italia ad unirsi a questa intenzione di preghiera”.

Twitter: @FrancescoGrana

Articolo Precedente

Da ipotetico regista della pace a ventre molle dell’alleanza. Sui media esteri la parabola di Draghi nella vicenda Ucraina

next
Articolo Successivo

Hong Kong travolta dalla quinta ondata di Covid: obbligo di 3 tamponi per tutti i residenti

next