Accordo raggiunto, dopo 96 giorni di presidio permanente dei lavoratori, tra azienda e sindacati sulla vertenza della Saga Coffee. Il 5 novembre la multinazionale italiana Evoca Group, controllata al 100% da un fondo americano, aveva annunciato la chiusura dello stabilimento che produce macchine da caffè per ufficio entro marzo 2022 con il trasferimento della produzione in altre sedi. La delocalizzazione avrebbe lasciato a casa senza stipendio 220 persone, in gran parte donne. Ora il salvataggio sembra a portata di mano grazie all’acquisizione del ramo d’azienda da parte di una nuova società partecipata dalle aziende Tecnostamp e Minifaber. Il protocollo d’intesa siglato venerdì, presenti anche l’assessore regionale al lavoro Vincenzo Colla, la Città Metropolitana di Bologna e il Comune di Gaggio Montano, sarà sottoposto al voto dei lavoratori tramite referendum dal 21 al 22 febbraio.

“Questa ipotesi di accordo è senza ombra di dubbio conquistata sul campo dalla determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori”, scrivono in una nota Fiom Cgil Bologna, Fiom Cgil Emilia Romagna e Fim Cisl dell’area metropolitana bolognese Rsu Saga Coffee. “La loro determinazione e la serietà del sindacato e della Rsu, la solidarietà raccolta da tutto il territorio, il ruolo attivo e non formale delle Istituzioni: tutto ha contribuito a raggiungere un risultato di estremo valore. La lotta paga, sempre”. La nuova società si impegna all’assunzione con ccnl metalmeccanico di almeno 137 lavoratori entro i dodici mesi interessati dal ricorso alla Cigs per cessazione, indicativamente dall’1 marzo 2022. Il piano industriale sarà fondato, spiegano ancora i sindacati, sulla prosecuzione dell’attività di impresa e la continuità operativa del sito. Il numero dei lavoratori salirà a 150 nell’ipotesi in cui Invitalia dovesse confermare il proprio ingresso nella compagine sociale della Newco. A questo si somma la definizione di un Piano Sociale da parte di Saga Coffee con il ricorso alla Cigs per cessazione della durata di 12 mesi e un’integrazione giornaliera agli importi di cassa pari a 20 euro lordi e un sistema di incentivazioni all’esodo fino a 85.000 euro lordi.

“L’ipotesi di accordo sulla vertenza è un passo avanti molto positivo”, ha commentato il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. “Conferma il nostro impegno per la tutela dell’occupazione e il rilancio del sito produttivo. La dignità delle lavoratrici e dei lavoratori viene prima di ogni cosa. Come Regione, siamo pronti a fare la nostra parte fino in fondo. Questa è l’Emilia-Romagna”. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, attende “che si sciolgano gli ultimi nodi nel rapporto fra la precedente proprietà e la nuova”, ma conferma: “Possiamo essere ottimisti sul fatto che fra pochissimi giorni si potrà giungere all’accordo definitivo. Questo significa che c’è una speranza di rilancio per il nostro Appennino, un obiettivo a cui dedicheremo il nostro impegno nei prossimi anni”.

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