Che sia per merito degli aiuti arrivati dal governo o della ripresa economica messa a segno lo scorso anno, i dati Istat su registrazioni e fallimenti delle imprese non mostrano alcun aumento dei dissesti nel periodo successivo ai lockdown. Nel 2021 il numero totale di fallimenti è cresciuto del 18,5% rispetto al 2020, quando anche su questo fronte tutto si era fermato, per effetto di un forte aumento nel terzo trimestre, ma resta al di sotto dei livelli osservati negli anni precedenti l’emergenza sanitaria. Nell’ultimo trimestre dell’anno si è registrato poi un calo in tutti i settori, sia rispetto al mese precedente sia sull’ultimo trimestre 2020.

Al contrario sono cresciute le registrazioni di nuove attività, dopo la battuta d’arresto del periodo precedente. Boom, in particolare, per le nuove imprese di costruzione. I bonus edilizi e il Superbonus hanno del resto “drogato” il comparto spingendo molti a buttarsi sull’edilizia. Le maggiori difficoltà emergono invece per il commercio, che sia nel terzo sia nel quarto trimestre ha visto calare le registrazioni rispetto allo stesso periodo del 2020. Il comparto non sembra però essere stato caratterizzato da maggiori fallimenti. Idem per i servizi di alloggio e ristorazione.

Rispetto al quarto trimestre del 2020, il numero complessivo di registrazioni risulta in aumento (+10,5%), con un unico settore in calo, il commercio appunto (-9,9%) mentre le imprese di costruzioni segnano un aumento tendenziale del 48,5%, molto superiore alla media totale.

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