Nel suo intervento al Forex il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha affermato che i dati sul debito pubblico italiano sono migliori delle previsioni. Il dato ufficiale verrà diffuso martedì prossimo ma Visco ha anticipato una discesa del debito dal 156 al 150% del prodotto interno lordo. La notizia era stata in qualche mondo anticipata dal presidente del Consiglio Mario Draghi che ieri in conferenza stampa ha detto “Domani il governatore di Bankitalia al Forex annuncerà numeri molto buoni sulla crescita del debito pubblico…il modo migliore per affrontare il nostro debito è continuare con una crescita, sostenuta, equa, duratura”.

Visco ha spiegato che l’economia italiana “dalla primavera con il progressivo miglioramento del quadro sanitario dovrebbe riacquistare “vigore” dopo la frenata degli ultimi mesi dovuta ai contagi. La crescita del Pil “si avvicinerebbe nella media di quest’anno al 4% per poi attenuarsi nei prossimi due” ha detto il governatore aggiungendo che “La marcata ripresa dell’economia è stata decisiva per interrompere l’aumento del rapporto tra debito pubblico e prodotto”. Secondo Visco l’Italia deve comunque continuare a mantenere “Un progressivo, continuo, riequilibrio strutturale dei conti pubblici” per evitare tensioni sul mercato dei titoli di Stato”. “Il previsto rallentamento degli acquisti netti di titoli da parte della Bce nel corso di quest’anno e la loro eventuale sospensione non sono tali da giustificare, in Italia, un significativo peggioramento delle condizioni di finanziamento sul mercato obbligazionario”, ha avvisato il governatore.

“L’inatteso aumento dell’inflazione registrato nell’area dell’euro negli ultimi mesi è in larga parte la conseguenza di uno shock di offerta. Se non si innescheranno spirali tra prezzi e salari e se le aspettative resteranno saldamente ancorate all’obiettivo di inflazione della Bce, come sta al momento avvenendo, l’effetto dei rincari dell’energia verrà in larga parte riassorbito nel 2023“, ha proseguito il governatore second cui “L’orientamento della politica monetaria resta comunque espansivo, anche se la graduale normalizzazione proseguirà a un ritmo coerente con la ripresa dell’economia”. “Sarà in ogni caso cruciale che le decisioni siano progressive e ben ponderate, anche al fine di non creare incertezze che potrebbero destabilizzare i mercati finanziari e la ripresa dell’economia”.

L’aumento dell’inflazione determinato dalla crescita dei costi energetici “è sostanzialmente una tassa, probabilmente in buona parte destinata a rientrare, i cui effetti più distorsivi possono essere oggetto di compensazione, ove possibile, a carico dei bilanci pubblici”. Visco ha quindi chiesto “di evitare la futile rincorsa tra salari e prezzi” già vista nella crisi petrolifera degli anni ’70 perché, allora e ora, è “impossibile non patire la tassa” dell’aumento dei prezzi dell’energia, essendo “un onere esterno” . Il governatore ha fatto appello “alla consapevolezza da parte di tutti, forze politiche, parti sociali e opinione pubblica del delicato equilibrio che dobbiamo preservare”. Il governatore ha ricordato come nella crisi petrolifera la rincorsa salari prezzi portò “a un marcato e persistente incremento dell’inflazione”.

“I più recenti scenari demografici elaborati dall’Istat prospettano per il prossimo ventennio un calo di quasi un quinto della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni quasi 7 milioni di persone in meno rispetto al livello attuale. Nel più lungo periodo tassi di sviluppo sostenuti potranno quindi concretizzarsi solo con un deciso aumento dei livelli di partecipazione e occupazione e con una forte accelerazione della produttività rispetto alla dinamica deludente dell’ultimo quarto di secolo” ha affermato Visco che parlando poi a braccio ha detto “Anche se siamo anziani si può lavorare più a lungo”.

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