Mentre i media nazionali continuano a ricordare che i non vaccinati hanno 20-30 più probabilità di morire dei vaccinati, la realtà inesorabile informa che dopo avere raggiunto da diverse settimane il record di contagi e morti in Europa, solo nell’Italia con uno dei tassi di immunizzazione più alti del continente, i decessi da Covid non calano. Fa una certa tenerezza sentire in questo frangente le parole del ministro Speranza secondo cui i vaccini sono lo strumento che ci sta consentendo di aprire una fase nuova e che la linea su cui insistere deve essere solo quella fino a ora perseguita.

Come i Migliori possano essere diventati i peggiori d’Europa dà adito sui media nazionali a ipotesi singolari. A quella fino a pochi giorni fa più in voga, secondo cui sono i no vax la ragione dell’impennata dei casi, sembrano credere ormai in pochi. Forse il viceministro Sileri che in televisione minaccia di rendere ancora ai pochi non immunizzati vita difficile, o forse qualche membro del comitato tecnico fedele fino alla fine alla linea dura del ministro Speranza. Ma pare più spettacolo funebre che non espressione di convinzioni realmente sentite, perché i no vax ridotti a poco più di un paio di milioni non hanno i numeri per mobilitare contagi e mortalità nelle dimensioni attualmente registrate.

Un’altra spiegazione riguarda l’inserimento nella contabilità dei decessi non solo dei morti per il virus, ma anche di quelli con il virus. Trattandosi di una querelle mai risolta dall’inizio della pandemia, non è chiaro in che modo tale fenomeno dovrebbe alterare il numero complessivo dei decessi. Da febbraio 2020 la mortalità colpisce in larga parte individui gravemente compromessi sotto il profilo della salute, per cui eventualmente un simile ragionamento andrebbe esteso per l’intera durata della pandemia e porterebbe all’inevitabile risultato di una riduzione generalizzata dei morti attribuibili a Covid, non certo a una modificazione del numero delle vittime delle ultime settimane.

Come nella fiaba di Andersen i Vestiti nuovi dell’Imperatore, bisognerebbe forse avere il coraggio di dire che il disastro Covid in Italia non è stato causato solo dal comportamento sconsiderato di cittadini che hanno ritardato il vaccino o che non volevano immunizzarsi, ma anche da altre e ben più gravi ragioni che si continua a non volere vedere. Nel racconto dello scrittore danese arrivano un giorno in città due imbroglioni che spargono la voce di essere abilissimi tessitori capaci di preparare un vestito meraviglioso, invisibile agli stolti. L’Imperatore vanitoso paga i due malfattori per avere il prezioso vestito. Quando gli viene consegnato nemmeno lui lo riesce però a vedere. Credendo di essere entrato in possesso di qualcosa di unico, decide lo stesso di sfilare con addosso l’immaginario capo di abbigliamento. Davanti ai cortigiani si presenta cosi senza indumenti. Nessuno dice niente per riverenza ad eccezione di un bambino – l’unica voce sincera della fiaba – che urla: il re è nudo!

La storia delle misure vaccinali in Italia è ormai qualcosa di simile all’irriverente racconto di Andersen. Tutti sanno che i vaccini sono utili ma solo fino a un certo punto, e che anche con la terza dose i più fragili sono colpiti dalla malattia. Tutti sanno che le decine di aggrovigliate regole di comportamento sono regolarmente disattese nella quotidianità da centinaia di migliaia di italiani stanchi e sfiduciati dall’irrazionalità delle norme. Tutti sanno che l’Italia ha iniziato la pandemia nel peggiore dei modi perché il sistema sanitario era stato tagliato e non esisteva un piano di prevenzione aggiornato. Tutti sanno che la direttiva della vigile attesa ha moltiplicato i decessi lasciando persone fragili a aspettare l’aggravarsi dell’infezione per poi finire in ospedali sovraffollati e con il personale decimato dal virus. Tutti sanno che un comitato tecnico senza psicologi e studiosi di comportamento sociale era destinato a non comprendere le dinamiche sociali complesse che stanno alla base della grande parte dei contagi. Tutti sanno anche che a dettare la linea di aperture, chiusure, green pass e altre misure che hanno demolito il sistema dei diritti e fagocitato conflittualità sociale e discriminazione sono state volute dai poteri economici, non certo da chi aveva a cuore la salute della popolazione.

Si poteva sperare con queste premesse che il peggiore inizio della pandemia non sarebbe terminato anche con il peggiore finale? Con un’Italia spaccata, con milioni di individui spaesati, con un paese in cui si è definitivamente capito che chi controlla l’informazione può manipolare qualsiasi opinione. Berlusconi monopolista dell’etere e venti anni di catastrofe culturale nazionale avrebbero dovuto forse insegnare qualcosa. Adesso non rimane che vedere spuntare tra le macerie la solitaria figura del coordinatore del Cts Franco Locatelli, mentre annuncia solenne che da primavera sarà disponibile in Italia il vaccino anti Covid per under 5.

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